L’Italia è a rischio terrorismo dopo le tensioni Medio Oriente?

Anche in Italia è allerta massima dopo l’attacco con missili e droni lanciato dall’Iran a Israele sabato scorso, una ritorsione per il raid di Tel Aviv contro l’ambasciata iraniana a Damasco, due settimane fa. La situazione in Medio Oriente resta particolarmente tesa, anche perché il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato cheIsraele risponderà all’attacco dell’Iran, anche se non ha comunicato tempistiche e possibili obiettivi.

Nei giorni scorsi al Viminale si è tenuto il Comitato per l‘ordine e la sicurezza pubblica, per discutere i rischi che corre il nostro Paese. Secondo le forze di polizia e di intelligence italiane, il principale rischio per la sicurezza italiana deriva dalle potenziali azioni di lupi solitari’. Ovviamente, sono stati innalzati i livelli di sicurezza anche per i militari italiani in missione in Medio Oriente, in quanto “aumentano i rischi di potenziali danni collaterali relativamente al Mar Rosso e, soprattutto, al Libano. Stabilito che i nostri militari non sono obiettivi deliberati, permane il rischio di un loro coinvolgimento, seppur non intenzionale, nello scambio di fuoco tra le parti”.

Sul territorio italiano, che potrebbe finire nel mirino di un ‘lupo solitario’, almeno questo è il principale rischio emerso nel corso del vertice, grande attenzione è rivolta ai tradizionali obiettivi sensibili, come siti israeliani, sedi diplomatiche, Vaticano, monumenti, aeroporti e stazioni, ma anche agli eventi che richiamano folle di persone, come concerti e manifestazioni, ma anche eventi sportivi. Pertanto, ad esempio, in questi giorni sono stati rafforzati i controlli a Milano in occasione del Salone del mobile e della Design week.

L’attenzione delle forze dell’ordine è poi rivolta ai percorsi dell’immigrazione irregolare. In particolare, il principale rischio è rappresentato dalla rotta dell’Est Europa, lungo la quale sono possibili infiltrazioni di gruppi jihadisti, anche se i principali rischi non proverrebbero da cellule organizzate ma da singoli che potrebbero prendere autonomamente iniziativa. Meno preoccupazione desta la rotta del Mediterraneo, sia perché i controlli sono più capillari e le identificazioni maggiori, sia perché si tratta di una rotta estremamente pericolosa e dunque non certo ideale per un gruppo terroristico.

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