Israele verso la risposta all’Iran: “Sarà dura ma saggia”

L’Iran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco”. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu a una riunione dei ministri del Likud, il suo partito. “Israele risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia”, ha aggiunto.

A poco meno di 48 ore dalla pioggia di droni e missili arrivati sul territorio israeliano, il governo sembra aver fatto la sua scelta, mentre l’Iran ha avvertito che un’eventuale azione armata di Tel Aviv stavolta “avrà una risposta molto dura, siamo pronti a usare un’arma che non abbiamo mai usato”. Lo ha detto il portavoce del Comitato per la Sicurezza nazionale del parlamento iraniano, Abolfazl Amouei.

Nel frattempo quattro funzionari statunitensi sentiti dall’Nbc News si aspettano che la risposta israeliana sarà di portata limitata, e molto probabilmente comporterà attacchi contro le forze militari e le milizie filo-iraniane fuori dall’Iran. La valutazione degli Stati Uniti si basa però su conversazioni tra funzionari statunitensi e israeliani avvenute prima della rappresaglia di Teheran avvenuta sabato notte. Negli ultimi tre giorni il presidente Joe Biden, insieme alle Nazioni Unite e ai leader del G7, ha più volte chiesto moderazione frenando Netanyahu da una risposta militare aggressiva immediata. Siccome l’attaccato iraniano non ha provocato morti o larghe distruzioni, gli Stati Uniti hanno invitato Tel Aviv a rispondere con una delle opzioni meno aggressive, come un attacco fuori dal territorio iraniano in Siria o in Libano.

I funzionari americani non si aspettano che la risposta colpisca alti funzionari iraniani, come avvenuto a Damasco, ma che miri a dei target logistici, come le spedizioni o sedi di stoccaggio di armi avanzate che l’Iran invia a Hezbollah. Gli ufficiali hanno poi ribadito che gli Stati Uniti non hanno intenzione di prendere parte ad alcuna risposta offensiva contro l’Iran.