Il saluto romano può essere reato. La sentenza della Cassazione

Il saluto romano può costituire reato, pertanto è necessario valutareil contesto ambientale, la valenza simbolica del luogo, l’immediata o meno ricollegabilità al periodo storico, il numero dei partecipantiela ripetizione dei gesti”, che può alimentare unpericolo di emulazione”.

Questo quanto hanno scritto le Sezioni Unite della Cassazione, nelle motivazioni, pubblicate ieri, di una sentenza emessa lo scorso 18 gennaio in relazione al processo di appello bis nei confronti di otto militanti neofascisti che avevano compiuto il saluto romano a una commemorazione a Milano nel 2016. Nei loro confronti è “maturata il 27 febbraio” 2023 la prescrizione. Ad ogni modo, con sentenza la Cassazione ha sbrogliato il nodo giuridico relativo al saluto fascista.

In particolare, ex giurisprudenza della Cassazione, un giudice sarà chiamato ad accertare, “in concreto, alla stregua di una valutazione da effettuarsi complessivamente, la sussistenza degli elementi di fatto”, tra cui “il contesto ambientale, la eventuale valenza simbolica del luogo di verificazione, il grado di immediata, o meno, ricollegabilità dello stesso contesto al periodo storico in oggetto e alla sua simbologia, il numero dei partecipanti, la ripetizione insistita dei gesti, idonei a dare concretezza al pericolo diemulazione’ insito nel reato secondo i principi enunciati dalla Corte costituzionale”.

Inoltre, per la Cassazione, il carattere commemorativo di un evento non puòrappresentareunfattore di neutralizzazionedegli altri elementi e, quindi, di automaticainsussistenza del reato”, considerando “il dolo generico caratterizzante la fattispecie e la irrilevanza dei motivi della condotta”.

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