Aosta: “Obbligate ad ascoltare il battito del feto per non abortire”

Il Centro donne contro la violenza di Aosta ha raccolto diverse segnalazioni di donne che, “giunte in presidi sanitari pubblici del territorio regionale per accedere all’interruzione volontaria di gravidanza, sono state negli stessi luoghi sottoposte a indebite interferenze e pressioni da parte di volontari”, consistenti “nell’imporre l’ascolto del battito fetale o nella promessa di sostegni economici o beni di consumo, con il preciso intento di dissuaderle dalla scelta di abortire, personalissima e spesso sofferta”. Lo ha spiegato in una nota l’associazione valdostana, impegnata nella lotta alla violenza di genere.

Dopo la denuncia del Centro donne contro la violenza, il Movimento per la vita di Aosta, “come principale associazione locale di riferimento per la tutela della vita nascente”, ha precisato di non svolgere “attività presso presidi sanitari pubblici del territorio regionale” e di non sapere “quali enti siano coinvolti in questa azione”, auspicando “una puntuale indagine dell’Ausl che possa fare chiarezza sulle segnalazioni denunciate”. Nella nota anche un’ulteriore sottolineatura: “Il Movimento per la vita italiano, al quale siamo federati, non ha appoggiato la proposta di legge di iniziativa popolare che prevedeva l’obbligo dell’utilizzo di esami strumentali (quali il battito cardiaco) alle donne intenzionate ad abortire”. Il riferimento è alla proposta di legge presentata nel 2015 dal movimento Pro Vita e Famiglia.

4 thoughts on “Aosta: “Obbligate ad ascoltare il battito del feto per non abortire”

  1. Ben vengano i sussidi o gli aiuti economici se è questa la motivazione dell’interruzione di gravidanza .Non capisco però perché arrivare all’aborto quando abbiamo una marea di metodi anticoncezionali che eviterebbero il problema prima che questo avvenga

  2. sapete cosa se ne fa di un temporaneo aiuto economico chi vuole abortire dopo una violenza subita? o dopo aver scoperto che il figlio disabile lo resterà a vita? quando 2 persone sacrificheranno tutta la loro vita per accudirlo fin quando non ci saranno piu’ ed il disabile sarà abbandonato da tutto e da tutti?
    ci sono scelte che vanno oltre la scelta di comodo e non possono essere generalizzate da una legge, tanto più che ci manca anche solo la violenza sulla persona che ha sofferto per questa decisione invece del sostegno psicologico

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