Medio Oriente, duemila militari italiani nella “zona rossa” dell’escalation

Navi a protezione delle rotte commerciali, soldati parte di missioni Onu e squadre specializzate nell’antiterrorismo: in Medio Oriente, dal Libano alla Penisola Arabica, passando per il Mar Rosso, ci sono circa duemila militari italiani, impiegati in numerose e diverse operazioni. E ora, con l’escalation del conflitto tra Iran e Israele, con Teheran che nella notte ha lanciato un attacco a seguito del raid di Tel Aviv sull’ambasciata iraniana a Damasco, le forze italiane si trovano in unazona rossache infiamma nell’area. Anche perché l’attacco dell’Iran ha coinvolto anche Libano, Siria e Iraq, a dimostrazione della pericolosità della regione.

A causa dell’escalation, in queste ore, i diversi contingenti italiani presenti in Medio Oriente hanno iniziato a preparare i bunker, ripassando i piani di emergenza e riguardando i sistemi di prevenzione, in modo tale da calibrare una risposta in caso di attacco diretto o incidente.

L’Italia è vicina al fronte caldo del conflitto con il Libano, con cui Israele da mesi ha ingaggiato un conflitto a bassa intensità, con un lancio di missili contro Hamas; sono circa 1.400 i militari italiani che presidiano la Blue Line e che addestrano le forze armate libanesi. Sempre in risposta ai raid israeliani a Gaza, i ribelli yemeniti Houthi da mesi minacciano le rotte commerciali nel Mar Rosso: nell’area, l’Italia è presente con due navi, ‘Caio Duilio’ e ‘Federico Martinengo’, che presidiano lo stretto di Bab el Mandeb e Aden. Roma guida anche la missioneAspides e l’operazioneAtalantacontro la pirateria. Inoltre, il nostro Paese è attivo anche in Iraq, in relazione alla missione Prima Parthica’, con 300 militari impegnati nell’ITNCC ‘Land’ e altri 430 nella ITNCC ‘Air’, oltre a un altro contingente, 280 unità, parte dellaNato Mission Iraq’. Le forze del nostro Paese, per queste missioni, sono dispiegate da Erbil, nel Kurdistan iracheno, al Kuwait, passando per Baghdad. E in quest’area, impegnate in missioni antiterrorismo, i militari italiani sono al fianco delle forze alleati nelle basi degli Stati Uniti, nelle quali i caccia e i sistemi antiaerei monitorano i cieli in cui transitano i missili in partenza dall’Iran.

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