Ilaria Salis: “Non ho dubbi su quale sia la parte giusta della storia”

Sono caduta in un pozzo profondissimo, mi chiedo se ci sia uscita. Ma non ho dubbi su quale sia la parte giusta della storia”. Queste le parole scritte in una lettera da Ilaria Salis, la 39enne attivista italiana arrestata in Ungheria l’11 febbraio 2023, accusata di aver aggredito due neonazisti e ancora in attesa di un processo.

È strano trascorrere lunghi mesi senza scambiare una sola parola neanche con le persone più care, quando fino al giorno prima bastava muovere il pollice sullo schermo del telefonino per comunicare continuamente e contemporaneamente con tante persone diverse”, ha scritto Salis nel suo ‘diario politico’ di prigionia. “È inusuale non ricevere nessun tipo di informazione dall’esterno, quando in ogni attimo della nostra vita siamo bombardati da notizie e messaggi provenienti da ogni parte del mondo… questa è una bolla davvero strana”. Soltanto di recente, dopo che le immagini delle sevizie cui era sottoposta a Budapest hanno fatto il giro d’Italia e d’Europa, la 39enne ha potuto vedere la sua famiglia.

I mesi sono lunghi e accade che la bolla si trasformi in un buco nero che ti risucchia. Prendendo in prestito una metafora che leggerò parecchi mesi dopo in un bellissimo fumetto dedicato alle mie vicende, sono caduta in un pozzo profondissimo”, ha detto Salis, citando l’artista Zerocalcare. “Le pareti sono scivolose ed ogni volta che faticosamente cerco di compiere un breve passo per risalire appena un pochino, finisco sempre col precipitare più in profondità. A volte mi chiedo se questo pozzo abbia un fondo e se da qualche parte ci sia davvero un’uscita. Immagino di essere un piccolo geco, che nell’oscurità silente riesce a scalare le pareti. Già, devo scalare le pareti, ma qui purtroppo non ci sono i miei compagni di arrampicata e i legami di fiducia ben stretti sulla corda della sicura”.  

Chiudo gli occhi e lancio lo sguardo oltre le mura di questo cieco carcere: scorgo le vicende di uomini e donne come ricambi in tessuti su arazzi che raffigurano storie più ampie”, ha poi proseguito l’attivista. “Storie di popoli, di culture, di lingue e di religioni. Storia di sistemi economici, politici e giuridici. Storie di ricchezza e di miseria, di potere, di sopraffazione e di sfruttamento. Storie di guerre e di eserciti. Storie di un mondo in cui ancora si uccidono bambini, in cui alle quarte d’Europa risuonano mitraglie che riecheggiano gli scempi del secolo scorso. Apro gli occhi e mi scorgono rannicchiata sulla grigia coperta, con lo sguardo fisso sulla porta di ferro della cella. Tutto mi appare semplice e lineare in queste vicende, come in molte altre, non può esserci alcun dubbio su quale sia la parte giusta della storia”.

3 thoughts on “Ilaria Salis: “Non ho dubbi su quale sia la parte giusta della storia”

  1. E che pensavi che l’Ungheria fosse l’Italia .Se la parte giusta della storia sia quella di prendere a martellate le persone di altri credi politici andiamo proprio bene

  2. ma basta con queste patetiche frasi in cerca di commiserazione. hai sbagliato, punto. ammetti la tua demenza e vai avanti, consapevole che la violenza a cui ti opponi non giustifica la violenza che fai

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