Meloni preoccupata ha chiamato la Rai dopo l’addio di Amadeus

L’addio alla Rai di Amadeus ha mandato in fibrillazione il servizio pubblico, che ha perso uno dei suoi volti di punta. Non il primo, forse, anzi molto probabilmente non l’ultimo, dopo gli addii di Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Corrado Augias, Roberto Saviano e Lucia Annunziata.

Dopo l’ennesima uscita di peso, nei giorni scorsi fa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha telefonato all’attuale direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi, per parlare di un argomento scottante: Fiorello. Un volto di punta, uno degli ultimi rimasti, che il governo non può permettersi di perdere, dopo aver ‘dissanguato’ la Rai per mettere nomi favorevoli all’esecutivo, ma non al grande pubblico, che puntualmente all’arrivo dei volti scelti dal nuovo corso meloniano cambia canale.

I veleni dopo l’addio di Amadeus sono tanti. E sono molte le questioni che dovrà affrontare Rossi, l’uomo di fiducia del governo, che sarà presto amministratore delegato di viale Mazzini. Innanzitutto, quella economica. Oltre 250 milioni di euro. È questo quanto vale l’addio di Amadeus per la Rai: 227 milioni di euro incassati dalla tv pubblica per i cinque anni alla conduzione e direzione del Festival di Sanremo, a colpi di record, e altri 40 milioni di euro dall’access prime time con ‘Affari tuoi’. C’è poi la questione delle pressioni politiche, che Amadeus non ha smentito nel discorso d’addio sui social: la richiesta di inserire Povia come concorrente e Hoara Borselli come ospite alla kermesse sanremese, oltre alla supervisione di Mogol e al pranzo distensivo con Pino Insegno.

Il poker di raccomandazione che ‘TeleMeloni’ voleva imporre al conduttore non ha migliorato l’immagine della Rai, dove i giornalisti sono sul piede di guerra per le nuove norme sulla par conditio. “La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafonoconuna norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo. Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla. Questa non è la nostra idea di servizio pubblico”, è questo il testo del comunicato letto dai conduttori dei telegiornali Rai, che chiedono sostanzialmente di poter fare il loro lavoro: “Giornaliste e giornalisti che fanno domande, anche scomode, verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale”.

Le fibrillazioni in Rai sono appunto molteplici. Dopo la fine diViva Rai2!’, Fiorello sembra intenzionato a prendersi un anno sabbatico. Il suo addio non è affatto scontato, anzi, ma il probabile approdo di Amadeus sul ‘Nove’, con il gruppo Discovery-Warner, potrebbe cambiare le carte in tavola. E sarebbe il punto di non ritorno. A proposito di pressioni politiche, invece, chi potrebbe dire addio è il giornalista Sigfrido Ranucci, dopo gli attacchi in Commissione di Vigilanza Rai da parte di esponenti del governo per il lavoro di inchiesta della trasmissione ‘Report’. Tra i possibili volti in uscita anche Francesca Fagnani, corteggiata da Mediaset e da Discovery-Warner, e Federica Sciarelli, che potrebbe salutare dopo lo sgarbo di ‘Far West’, trasmissione simile alla sua mandata in onda dalla Rai.

Infine, c’è il grande elefante nella stanza, il possibile addio del Festival di Sanremo. Fino al 2025 sarà in Rai, dopodiché scadrà la convenzione con il comune. Costa al servizio pubblico 5 milioni l’anno, di cui 2,3 per l’affitto del teatro Ariston, ma i ricavi surclassano i costi. La concorrenza lo sa, e segue interessata. Sono crescenti le voci di un interessamento di Mediaset, che potrebbe addirittura portare il Festival a Milano. E, anche se forse apprezzata, in particolare, da un alleato di governo, la fine di Sanremo in Rai per Meloni sarebbe una debacle imperdonabile. Tuttavia, al momento si fatica addirittura a trovare un conduttore per la prossima edizione della kermesse. I nomi più gettonati sono quelli di Carlo Conti e Paolo Bonolis, ma si parla anche di Alessandro Cattelan e Stefano De Martino. Però, il fantasma di Amadeus fa spavento. Quasi quanto la strada che ha imboccato la nuova Rai.

6 thoughts on “Meloni preoccupata ha chiamato la Rai dopo l’addio di Amadeus

  1. Speriamo che San Remo non venga più fatta ,un vero obrobrio altro che festival della canzone italiana .Per quanto riguarda i programmi non erano certamente migliori quelli trasmessi nell’era sinistroide

  2. L’ingerenza di alcuni politici del governo sulla Rai, non fornisce una buona immagine al presidente del consiglio. Mi auguro che Meloni faccia luce su sgradevoli avvenimenti avvenuti per mano di alcuni politici del suo partito e quelli dei partiti della maggioranza

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