Augias: “Questo governo sta demolendo la Rai”

Un paio di giorni fa il giornalista Corrado Augias ha annunciato l’addio alla Rai dopo oltre sessant’anni. Approderà a La7, dove condurrà dal 4 dicembreLa Torre di Babele’, un programma in prima serata. Il primo ospite sarà lo storico Alessandro Barbero.

Quando sono entrato in azienda”, il primo luglio 1960, per concorso, “la Rai era un feudo democristiano. Ettore Bernabei, poco dopo, divenne il dominus. La Dc era il suo partito, Amintore Fanfani il referente. L’atmosfera politica era angusta, ma il livello culturale faceva della Rai una delle migliori televisioni europee”, ha ricordato Augias, in un articolo su ‘La Repubblica’. Dal 1975, con il trasferimento del controllo dell’azienda dal governo al Parlamento, ha proseguito, il pluralismo veniva garantito con “una forma scientifica di lottizzazione”: la prima rete era dei democristiani, la seconda dei socialisti e la terza dei comunisti. A ogni cambio di maggioranza in Rai sono arrivati “nuovi fedeli. Tutti accomunati dallo stesso desiderio, occupare un incarico di un certo prestigio, avere uno stipendio migliore”. Dal 2022, con il governo Meloni, secondo Augias, “gli obiettivi sono diventati più numerosi”. Questo perché “si è aggiunta la voglia di raccontare daccapo la storia. Finora ne abbiamo avuto solo qualche accenno, anche perché non è che abbondino, da quella parte, quelli in grado di farlo. Temo di sapere che di qui a qualche mese questo impulso crescerà di forza, se le cose resteranno come oggi sono”.

Secondo il giornalista, questo esecutivo, “approssimativo e incompetente”, ha prodottoil massimo di efficienza nella progressiva distruzione della Radiotelevisione italiana. Ho visto negli ultimi mesi dilettantismo, scelte improvvide, la presunzione che una pedina valga l’altra, l’inconsapevolezza che l’efficacia televisiva è una delicata miscela di professionalità e congruenza con l’argomento, la dimenticanza che l’egemonia culturale non si può imporre piazzando un fedele seguace qua e uno là. Sono materie, non le sole, del resto, in cui la competenza deve prevalere sulla fedeltà”.

Da questo punto di vista, Augias ha detto di aver lasciato la Raisenza bisogno che qualcuno mi chiedesse di accomodarmi. Se fossi stato più giovane sarei rimasto cercando, se possibile, di riequilibrare un po’ la deriva. Però sono vecchio e vorrei continuare a lavorare, fin quando avrò sufficiente consenso, con persone amiche in un ambiente cordiale. Resta questa brutta storia. Avevano annunciato di voler demolire la Rai dei comunisti, stanno semplicemente demolendo la Rai”.

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