Esiste ancora la working class?

Uno dei cambiamenti più evidenti della società in cui viviamo è la fine del senso di appartenenza a forme di rappresentanza collettiva quali partiti, associazioni e sindacati. Ci sentiamo sempre più individui, sempre più in concorrenza gli uni con gli altri e sempre più soli nel far fronte alle sfide della vita.

Questo ci ha resi mediamente meno sensibili alle ingiustizie nei confronti di colleghi, dei compagni di università o di altri lavoratori. Da una parte perché “l’altro” è visto sempre più come un concorrente che può potenzialmente mettere in discussione il mio status sociale e i pochi benefit di cui penso di godere; dall’altra perché cresce tra gli sfruttati il sentimento di solidarietà negativa. La solidarietà negativa è un senso di frustrazione che spinge l’individuo a pensare che, dato che come lavoratore deve sopportare condizioni in crescente peggioramento, allora chiunque altro dovrà resistere e sopportare allo stesso modo: un’asta al ribasso in cui ci perdono tutti.

Tranne chi sfrutta perché, senza ostacoli, può determinare le regole del gioco a suo piacimento. Nelle società con maggiore disuguaglianza e individualismo le persone tendono ad essere meno solidali e a sviluppare emozioni negative che hanno effetti sui rapporti interpersonali. Decostruire il mito individualista non è una velleità utopica ma è una necessità materiale per fare da contrappeso alle crescenti forme di oppresione e ingiustizia. La working class esiste, ha solo bisogno di essere pensata.

Alessandro Sahebi

Giornalista e attivista specializzato in diritto del lavoro che collabora anche con iNews

7 thoughts on “Esiste ancora la working class?

  1. “Ci sentiamo sempre più individui, sempre più in concorrenza gli uni con gli altri e sempre più soli nel far fronte alle sfide della vita” Non siamo noi che ci sentiamo così: lo siamo, siamo tutti individui, esseri mortali, Fallaci e fallibili eguali ma NON uguali. “Nelle società con maggiore disuguaglianza e individualismo le persone tendono ad essere meno solidali e a sviluppare emozioni negative che hanno effetti sui rapporti interpersonali.”. varamente le società in cui c’e’ più altruismo sono anche le società più individualiste ( dalla svizzera a hong kong al santo sacro stato d’Israel alla corea del sud alla germania al canada agli usa alle nazioni nordiche al regno unito all’australia)

  2. Non esiste la working class, visto che non esistono le classi sociali: esistono solo gli individui: solo l’individuo pensa, solo l’individuo ragiona, solo l’individuo agisce come diceva von mises

  3. Tutto sbagliato, l’ideologia più criminale della storia socialista statalista dirigista e collettivista serpeggia ancora, nonostante i danni che ha fatto. ancora miete vittime offrendo false speranze. ma d’altronde…

  4. Concordo in pieno con te Alessio e vorrei esortare colui che ha scritto questo articolo a farsi un bel giretto nelle fabbriche vere prima di parlare a vanvera…mai prima d’ora avevo visto così tanta solidarietà tra i vari lavoratori tanto per portare qualche esempio del mio piccolo(il mio lavoro mi porta a girare parecchie fabbriche di tanti settori diversi) ho visto gente rinunciare alle ferie per donarle al collega che doveva accudire il parente malato, ho visto collette per pagare multe ingiuste o per spese sanitarie addirittura chi si fa 50 chilometri in più per andare a prendere il collega senza macchina…questo lo chiamate individualismo??? Le persone non hanno bisogno di sigle o di appartenenze più o meno politiche per essere solidali basta andare nelle realtà più problematiche per capire che l’individualismo esiste nella punta della piramide non alla sua base

  5. La solidarietà sociale il diritto la disciplina attraverso i principi fondamentali che la Costituzione italiana prevede. La tutela dell’individuo in quanto persona giuridica in tutte le attività che compie, la tutela della famiglia in quanto nucleo centrale della società e la tutela del lavoro e dei lavoratori e dei diritti che ne conseguono, questi sono tre principi fondamentali della Costituzione italiana che rappresentano la colonna portante dello stato sociale (welfare).

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