“La sanità? Può diventare solo per i ricchi”. Il monito

La sanità oggi è solo per ricchi? Non ancora, ma questo è il motivo per il quale siamo preoccupati. Non vorremmo che lo diventasse. Ci sono dei segnali di scricchiolio del Servizio sanitario nazionale pubblico che vanno compresi, recepiti e che chiedono di avere delle politiche di reazione. Fare la manutenzione è assolutamente fondamentale per mantenere funzionante ed efficiente il SSN pubblico. Quello che noi vogliamo sottolineare con il Manifesto è che la sanità è una grande ricchezza dell’Italia e che si deve lavorare per fare manutenzione”.

Così il presidente dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM), Francesco Perrone, interpellato dall’Agenzia Dire in merito al manifestoNon possiamo fare a meno del servizio sanitario pubblico’, firmato da 14 scienziati di livello internazionale, tra cui Perrone stesso e il premio Nobel Giorgio Parisi.

Siamo ancora in tempo per salvare il SSN? Certamente”, risponde Perrone. “Noi riteniamo di essere ancora in tempo, altrimenti non avremmo fatto un appello, che vuole essere costruttivo. Siamo tutti convinti che, pur nella necessità di fare scelte coraggiose, vi sia assolutamente lo spazio per riavvicinare l’Italia ai Paesi dell’Europa occidentale, che investono molto di più. Dobbiamo essere coscienti che si tratta di investimenti e non di costi”. Il messaggio è capire che la sanità e gli investimenti nel Servizio sanitario nazionale rappresentano una “ricchezza di tutti quanti”.

Come ha detto Silvio Garattini, anche lui firmatario del manifesto, in Italia “alla fine i soldi si trovano per un sacco di cose, ma purtroppo per quello che riguarda la manutenzione del SSN siamo sempre un po’ indietro”, prosegue Perrone. “Non tanto come numeri assoluti, quanto piuttosto per il fatto che nel frattempo il potere d’acquisto dei soldi è diminuito. Ed è questo il motivo per cui ci siamo concentrati su una unità di misura che è la percentuale del PIL investito nella sanità. L’Italia da questo punto di vista rispetto all’Europa è indietro. Lo dimostrano i numeri, non è colpa di nessuno, ma del fatto che negli ultimi venti anni non abbiamo sufficientemente capito che bisogna investire molto di più in questo settore”. Secondo Perrone, è allora necessario fare scelte chevadano oltre la legislatura, oltre il tempo di un governo e oltre il tempo di un ministro. Bisogna fare delle scelte che garantiscano la salute delle generazioni future”.

Ma il manifesto ha sottintesa anche la preoccupazione attuale per le fasce di popolazione con redditi medio-bassi. “La difficoltà socio-economica, storicamente, dappertutto, e non solo in Italia, si accompagna anche a condizioni di salute peggiori e ad un maggiore rischio di malattia”, ha spiegato Perrone. “Per quello che riguarda il cancro, AIOM ogni anno pubblica una monografia, ‘I numeri del cancro’, e da questa emerge che c’è una convergenza di cattivi stili di vita, di scarsa propensione allo screening, con anche condizioni di disagio socioeconomico maggiore. E tutto questo chiaramente fa un cocktail che inevitabilmente va a colpire di più alcune fasce della popolazione”. Secondo Perrone è “semplicemente l’analisi di un fenomeno che è in contrasto per certi versi con quello che è il dettato dell’articolo 32 della Costituzione, cioè l’Italia è un Paese nel quale la possibilità di accesso al Ssn deve essere uguale per tutti. La differenza tra ricchi e poveri, nel mio modo di vedere, e in quello di molte persone, sarà il fatto che si pagano tasse in maniera differenziata a seconda della propria ricchezza, ma una volta che un cittadino contribuisce al mantenimento della macchina dello Stato in misura proporzionale a quella della sua capacità di reddito, dopo la garanzia della salute deve essere uguale per tutti”.

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