Cos’è il batterio “mangiacarne” che preoccupa Tokyo

Ha già causato, per volere di Pyongyang, il rinvio della sfida per le qualificazioni dei mondiali di calcio tra Corea del Nord e Giappone prevista per martedì 26 marzo. Parliamo della sindrome da shock tossico streptococcico, conosciuto anche batterio “mangiacarne”, un’infezione causata probabilmente da una variante chiamata ceppo M1UK, considerato altamente trasmissibile tra i batteri streptococco del gruppo A.

Secondo quanto riferito dal The Japan Times, al 17 marzo i pazienti a Tokyo erano 88, più della metà del conteggio totale del 2023, quando ci furono 141 caso con 42 decessi. Se nel corso degli ultimi anni a essere colpiti erano prevalentemente persone di età superiore ai 40 anni, nel 2023 questo trend si è mutato, con molte infezioni anche in individui più giovani. Anche in Italia si è manifestato qualche caso, come dichiarato dal virologo Matteo Bassetti infatti l’infezione batterica da streptococco è “un problema importante non solo per il Giappone”.

L’infezione, come confermato dai dati del 2023, ha un tasso di mortalità di circa il 30 per cento. Nei casi più gravi, infatti, si può verificare la necrosi dei tessuti connettivi che ricoprono i muscoli, da qui il termine “mangiacarne”. Le autorità di Tokyo hanno invitato i cittadini a rivolgersi al proprio medico in caso di dolori e gonfioridegli arti o febbre, fattori che indicano la possibile infezione. Il batterio si trasmette attraverso le goccioline respiratorie (i celebri droplet), o con il contatto diretto, ma anche attraverso ferite alle mani o ai piedi. Come fu per la pandemia di Covid, il consiglio degli esperti è di igienizzare spesso regolarmente le mani e curare con attenzione le ferite.

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