Israele ammassa i carri armati al valico di Rafah

Gli spostamenti dei carri armati dell’esercito israeliano, le foto satellitari e le dichiarazioni dei principali leader del governo dimostrano che Israele è pronto ad attaccare Rafah, la città al confine meridionale della Striscia di Gaza dove attualmente sono rifugiati circa 1,5 milioni di civili palestinesi. Secondo quanto riferisce il quotidiano israeliano Haaretz “l’esercito ha informato che le sue forze hanno completato i preparativi per l’invasione e la data per l’operazione a Rafah sarà decisa dal governo”. Uscendo dal gabinetto di guerra di giovedì, un alto ufficiale israeliano ha parlato chiaro: “Siamo diretti a Rafah senza dubbio. Non c’è contraddizione tra questa operazione e un accordo per la restituzione degli ostaggi. Più ci avviciniamo a Rafah, più il il coinvolgimento egiziano (nei negoziati, ndr) aumenta, naturalmente”.

Nel frattempo, nel timore che l’attacco al confine Sud di Gaza scateni un nuovo esodo di sfollati palestinesi nel Sinai, il presidente Abdel Fattah al Sisi ha ribadito la sua contrarietà a “una migrazione forzata” dei civili. Per questo, l’Egitto venerdì invierà una delegazione a Tel Aviv con la richiesta di congelare l’invasione di Rafah per un cambio di passo nei negoziati. 

Ma i negoziati sono in fase di stallo da settimane per la distanza delle condizioni poste dalle due parti. Un alto funzionario degli Stati Uniti ha detto alla stampa che il leader di Hamas, Yahya Sinwar, starebbe dando priorità alla detenzione degli ostaggi piuttosto che al cessate il fuoco. “Hamas rilascia video degli ostaggi e si rifiuta di lasciarli tornare alle loro famiglie. E se lo facessero, questa crisi si risolverebbe”, ha detto il funzionario.

Un membro dell’ala politica di Hamas, Khalil al-Hayya, ha dichiarato giovedì all’Associated Press che il gruppo è disposto ad accettare un cessate il fuoco di cinque anni con Israele e a sciogliere la sua ala militare con la creazione di uno Stato palestinese indipendente lungo i confini stabiliti prima del 1967. Lo scrive il Guardian. Non è dato sapere se l’ala militare di Hamas appoggi questo piano ed è altamente improbabile che Israele prenda in considerazione uno scenario del genere.

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