Dopo i mini hotel di vetro in cima ai monti, il Veneto vuole le case sugli alberi

C’è Venezia, ci sono le montagne, le terme, ci sono le spiagge… Però i turisti che scelgono il Veneto vorrebbero fare le vacanze anche nelle case sugli alberi. Ma non è mica facile, dice il presidente Luca Zaia: “Abbiamo richieste di case sugli alberi, si cerca il turismo esperienziale, ma abbiamo difficoltà a fare in modo che vengano autorizzate”. Ad esempio, racconta, il glamping, il campeggio di lusso, è ‘nato’ in Veneto “ma è diventato famoso nel mondo non in Veneto perché abbiamo regole e un vincolo paesaggistico quasi totale. Tutto quello che è difforme dalla foto mummificata del Veneto…” è difficile da sdoganare. Il glamping “che potrebbe svilupparsi molto ha ancora molte difficoltà” quando invece, avvisa Zaia, “dobbiamo adeguarci alle richieste e offerte internazionali” che comprendono anche la ‘voglia’ di casa sull’albero.

Zaia difende anche le ‘starlight’: le casette panoramiche in alta montagna per ammirare il cielo stellato. “Che impatto ha un rifugio? La montagna non è nata con i rifugi, i bivacchi, i chiodi per le arrampicate, i piloni per gli impianti di risalita… Ma è bene che queste cose siano state fatte perché abbiamo fatto conoscere la montagna e dato l’opportunità a gente di montagna di restare e gestire rifugi, bivacchi, il negozio di alimentari giù a valle…”. Zaia rivendica un “sentimento di tutela ambientale estremo” ma le “starlight”, dice, “danno risposta a una quota di turisti che ci chiede turismo esperienziale: non sono queste che rovinano” le montagne. E anche le polemiche, in fondo, sono “pubblicità indiretta e marketing”. Le sculture di legno di Vaia, dice ancora Zaia con un altro paragone, non facevano parte del panorama ma oggi sono parte integrante del paesaggio montano. E allora, sfida, se uno dice no alle casette panoramiche “deve dire no a tutto, rifugi, bivacchi e nessuno in montagna“.

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