Il nuovo codice della strada è un “codice della strage”. L’accusa

Codice della strage’. Così si leggeva sui cartelli dei manifestanti che per giorni hanno protestato in decine di città italiane, portando all’attenzione pubblica alcuni aspetti del progetto di legge per il nuovo codice della strada fortemente voluto dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, la cui iniziativa è stata pesantemente criticata dalle associazioni dei parenti delle vittime della strada. Secondo cui le nuove norme renderanno molto più pericolose e mortali le strade italiane. Ragione per cui l’associazione Sai Che Puoiha fatto un video-appello alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affinché l’esecutivo ascolti le voci delle associazioni e della società civile, modificando un provvedimento che rischia di mettere in pericolo milioni di persone.

Presidente Meloni, metta in pausa la riscrittura del codice della strada. Vogliamo farlo insieme”, è l’appello dell’associazione, che chiede di “cambiare questa strada”, quella intrapresa dal governo, che con una legge delega al vaglio al Parlamento vorrebbe aggiudicarsi l’incarico per riscrivere in modo unilaterale le linee guida del nuovo codice della strada. Una necessità, certamente, dato che in Italia ci sono 56 morti in strada per milione di abitanti, contro i 26 della Gran Bretagna, i 34 della Germania e i 36 della Spagna. Tuttavia, l’intervento governativo potrebbe addirittura peggiorare la situazione.

Ma perché si parla di ‘Codice della strage’ a proposito delle novità che il governo vorrebbe introdurre?

Innanzitutto, il nuovo codice della strada innalza i limiti di potenza per i mezzi che possono essere guidati dai neopatentati nei primi tre anni dal conseguimento del documento; questione, per altro, sui cui l’esecutivo si era detto intenzionato a intervenire, in modo però opposto, dopo il tragico incidente di Casal Palocco, in cui era morto un bimbo di cinque anni. Non solo. Le modifiche riguardano anche il regolamento degli autovelox: secondo le intenzioni dell’esecutivo e del ministro Salvini, a ogni infrazione di eccesso di velocità non corrisponderà più una multa, allorché in caso di violazioni reiterate si applicherà una sola sanzione in caso siano state commesse nella medesima ora o in un tratto di strada di competenza del medesimo ente. Anziché una multa per ogni violazione, arriverà una sola contravvenzione maggiorata, pertanto verrà così ridotta la capacità deterrente degli autovelox, con il rischio di ulteriori incidenti e morti. Il medesimo principio sarà applicato anche alle multe per chi invade le ZTL senza autorizzazione.

Particolarmente contestato è poi un altro intervento, quelle sulle corsie ciclabili, che con la riforma perderanno gran parte della loro funzione, dato che passeranno dall’essere un’area della strada pressoché invalicabile, salvo necessità, a una zona non necessariamente delimitata da segnaletica, in cui le bici transiteranno in modopromiscuoinsieme ad altri veicoli. Comportando un aumento e delle criticità tanto per i ciclisti quanto per gli automobilisti. Ad aumentare i pericoli per l’incolumità dei ciclisti anche la decisione di abrogare in toto lecase avanzate’, ovvero quegli spazi riservati alle bici oltre la linea d’arresto dei semafori, allo scopo di evitare la partenza dei ciclisti in mezzo al traffico motorizzato. Viene poi limitata la possibilità di istituire doppi sensi ciclabili, mentre viene eliminato l’obbligo di dare precedenza a chi si muove in bici sulle piste ciclabili, sostituito con una semplice richiesta di prestare attenzione. Infine, diluito l’obbligo di sorpassare i ciclisti a 1,5 metri di distanza, edulcorato con l’aggiunta della frase “ove le condizioni della strada lo consentano”.

La volontà dell’esecutivo è poi quella di limitare la possibilità per i comuni di istituire autonomamente le zone a traffico limitato, che potranno essere istituite solamente qualora rientranti nelle tipologie stabilite con decreto dal Ministro dei Trasporti e dal Ministero dell’Interno. Inoltre, dovrà essere richiesto il parere del prefetto per l’istituzione di zone a traffico limitato temporanee per aree tutelate da vincoli naturalistici o paesaggistici dell’Unesco. Previsto poi l’obbligo di targa e di indossare il casco sui monopattini elettrici, che dovranno essere assicurati e non potranno essere utilizzati fuori dai centri urbani; tuttavia, non potranno nemmeno viaggiare sulle piste ciclabili e nelle aree pedonali, ingolfano quindi la regolare circolazione stradale, con ulteriori criticità e rischi. Infine, viene inserita una delega al governo per innalzare i limiti di velocità, sia nei centri urbani che sulle strade extraurbane.

Il governo aveva annunciato di voler aumentare la sicurezza stradale con la riforma del codice, ma le misure contenute nel testo non agiscono sugli aspetti che provocano le maggiori criticità. Il nuovo codice della strada, è l’accusa, rischia di aumentare la mortalità sulle strade del nostro Paese. Secondo gli ultimi dati Istat disponili, infatti, nel 2022 i morti sulla strada sono stati 3.169, in aumento del 9% rispetto all’anno precedente e al 2019, prima della pandemia. In particolare, l’avvocato e attivista per la sicurezza stradale, Andrea Colombo, ha spiegato che il 73% degli incidenti avviene su strade urbane, e questi sono causati nel 94% dei casi da conducenti di veicoli a motore. Nel disegno di riforma, tuttavia, la circolazione dei mezzi a motore viene avvantaggiata, così come indirettamente incentivata l’adozione di comportamenti irresponsabili. In questo senso, nessun provvedimento del governo interviene sulla prima causa di morte sulle strade italiane, la velocità eccessiva: viceversa, si discute di aumentare i limiti di velocità e la volontà è quella di ridurre l’efficacia degli autovelox e di consentire l’uso di mezzi più potenti per i neopatentati.

L’80% delle persone che muoiono sulle strade italiane sonoutenti deboli’, ovvero pedoni oppure ciclisti: nella riforma non è previsto nessun intervento strutturale per rendere più sicure le strade per coloro che rischiano maggiormente di avere un incidente e morire. Gli interventi più repressivi sono quelli nei confronti di coloro che guidano un monopattino; tuttavia, il numero di incidenti mortali che coinvolgono i monopattini sono 16, appena uno in più rispetto al numero delle vittime di incidenti che coinvolgono i trattori.

2 thoughts on “Il nuovo codice della strada è un “codice della strage”. L’accusa

  1. Condivido a pieno la nuova legge perché si limitano i monopattini, le biciclette e gli scooter… non è possibile che a Milano sei in coda e tutti i ciclomotori facciano dei sorpassi a zig zag per partire prima… o i pedoni che attraversano la strada senza guardare perché guardano il cellulare… i ciclisti che pretendono di passare attraversando la strada in qualunque zona e se non li fai passare ti mandano a quel paese… il proibizionismo ha portato alla vendita sottobanco speriamo che così non lo diventi…

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