Perché è importante avere giochi e cartoni inclusivi?

C’è qualcosa di letterario in una Barbie che diventa imperfetta. L’annuncio è di qualche giorno fa: la Mattel ha fatto sapere che dal prossimo luglio arriveranno una Barbie con apparecchio acustico e una con una protesi al posto della gamba.

La bambola che per decenni ha incarnato lo stereotipo di una bellezza ideale diventa simbolo di realtà, imperfezioni, disabilità. È un bel cortocircuito. Però stupisce sì e no. L’iniziativa, infatti, rientra in quel filone che vede sempre più aziende sensibili al tema dell’inclusività, un po’ per responsabilità sociale e un po’ perché, è stato dimostrato, fa bene al bilancio.

In ogni caso, l’arrivo queste due nuove bambole è una buona notizia. “È importante che i bambini imparino il valore dell’inclusione, che si vedano riflessi nel prodotto e che allo stesso tempo siano incoraggiati a giocare anche con bambole che non somiglino loro” ha detto la vicepresidente della Mattel Lisa McKnight.

Ciò che è difficile, però, è pensare a Barbie come a un qualsiasi prodotto: […] è un personaggio, prende vita nel gioco dei bambini, nelle storie da loro immaginate. Il suo mondo non è quello dei brand, è quello del racconto, della narrazione.

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