Il piccolo Eitan è tornato in Italia

Eitan Biran, il bambino unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone, è tornato in Italia, dove mancava da 84 giorni.

Il bimbo era stato rapito e portato in Israele lo scorso 11 settembre dal nonno Shmuel Peleg, su cui pende per quei fatti un mandato di cattura internazionale. Eitan, insieme alla zia Aya Biran Nirko e al marito Or, è sbarcato ieri sera all’aeroporto di Orio al Serio, nel Bergamasco.

“Sono contento di essere tornato a casa” ha detto Eitan all’agente della Squadra Mobile che lo ha accompagnato nella sua casa in provincia di Pavia.

7 thoughts on “Il piccolo Eitan è tornato in Italia

  1. Finalmente…‼️
    Per il povero piccolo, finalmente è finita questa brutta avventura…‼️
    Un bimbo così piccolo, non dovrebbe essere trattato come un’oggetto di contesa…‼️

  2. 2 DICEMBRE 1947: DOPO LA RISOLUZIONE ONU CHE SANCI’ LA NASCITA DELLO STATO DI ISRAELE GLI EBREI SI RADUNARONO SOTTO L’ARCO DI TITO

    Il 2 Dicembre 1947, due anni dopo la fine della Shoah, gli ebrei di Roma si riuniscono sotto l’Arco di Tito, simbolo della diaspora ebraica, sotto il quale si sono sempre rifiutati di passare perché celebra la distruzione del Tempio di Gerusalemme, per manifestare a favore della fondazione dello Stato d’Israele, sancita dalla Risoluzione ONU 181 del 29 Novembre di quello stesso anno.

    Una comunità dilaniata dall’occupazione nazifascista, fisicamente e psicologicamente, con più di 2000 anime deportate nei campi di sterminio, rivendica a gran voce il diritto del proprio popolo di avere una patria nella Terra dei Padri.

    Tutt’oggi è questo che rappresenta Israele: il diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico, il ritorno alla terra dove questo popolo nacque e dalla quale fu cacciato a più riprese; un porto sicuro per chi, ancora ai nostri giorni, viene discriminato e perseguitato. La Francia di oggi, ad esempio, è la dimostrazione che lo Stato d’Israele non è solo un diritto, ma una vera e propria necessità per gli ebrei di tutto il mondo.

    Eretz Tzion v’Yerushalayim

    Israel e’ grande.

  3. E poi bisogna sempre rispettare Il volere della persona interessata che in questo caso è il bambino che preferisce vivere in Italia perché era abituato qui in Italia, ha i compagnetti qui, va a scuola qui….ormai il bambino è ambientato qui, il bambino in un altra nazione ne avrebbe sofferto molto, sarebbe stato un trauma per lui! Meno male che tutto si è risolto per il meglio per questo povero bambino sfortunato che non vedrà più i suoi genitori e il suo fratellino con cui ci giocava❤️❤️❤️😘😘😘💪💪💪🎈🎈🎈

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