Un prigioniero parla delle torture subite a Guantanamo

Torture come il waterboarding, il digiuno forzato e la privazione del sonno, ma anche pestaggi e abusi sessuali durante gli interrogatori.

Per la prima volta un detenuto di Guantanamo, il celebre carcere antiterrorismo americano, ha parlato pubblicamente delle pratiche subite all’interno dei ‘Black Site’ della Cia, dove in violazione del diritto internazionale venivano condotti interrogatori che spesso sfociavano in vere e proprie forme di tortura. A raccontare quanto subito nel carcere statunitense è Majid Khan, un ex residente di Baltimora, nel Maryland, ingaggiato come corriere da al-Qaeda, durante un’udienza che lo vede imputato per crimini di guerra.

“Più collaboravo, più venivo torturato” ha detto Khan, che ha raccontato di essere stato appeso nudo a un trave del soffitto, venendo tenuto sveglio per giorni con acqua ghiacciata, oltre che sottoposto a pestaggi, alla tortura del waterboarding e abusato sessualmente.

6 thoughts on “Un prigioniero parla delle torture subite a Guantanamo

  1. Fatti da verificare attentamente, nessuno deve permettersi di torturare nessuno, è una grave violazione del diritto. Quanto all’utilità di torturare per ottenere delle risposte sicuramente non è il mezzo migliore per ottenere la verità, pur di non essere torturati si direbbe qualsiasi cosa anche falsa.

  2. Si sa che i i servizi segreti utilizzano metodi diversi da quelli “ ufficiali “.
    Del resto uccidono anche. Che forse gli agenti operativi vengono condannati per omicidio??
    Non facciamo gli ingenui o gli gnorri.
    CIA e Mossad sono i più attivi in queste pratiche. Ma certo anche l’Egitto, per quanto ci concerne, non è da meno…..

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