Tusk: “La guerra in Europa non è più un’astrazione”

La guerra in Europa, per la prima volta dal 1945, non è più un’astrazione ma un fatto “reale”, stiamo scivolando in una fase “prebellica” con la Russia e per questo “è nostro dovere agire, prepararci e difenderci”. A dirlo è il premier polacco Donald Tusk in un’intervista a Repubblica, in cui parla apertamente delle minacce sempre più fosche che arrivano da Mosca alla Polonia, dove qualche giorno fa uno dei missili da crociera lanciati dalla Russia durante un massiccio attacco notturno contro l’Ucraina ha violato brevemente lo spazio aereo polacco

Nel suo dialogo con Repubblica Tusk avverte che l’Europa deve prepararsi per affrontare un eventuale conflitto “rafforzando enormemente la sua difesa e deve aumentare il suo sostegno a Kiev”, perché “se perde, nessuno potrà più sentirsi al sicuro in Europa”. Sulla possibilità che la Russia possa attaccare i Paesi della Nato, il premier polacco ha detto: “Non voglio spaventare nessuno, ma la guerra non è più un concetto del passato. È reale, anzi è già iniziata più di due anni fa. La cosa più preoccupante è che ogni scenario è possibile, letteralmente”. Giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha rassicurato di non avere l’intenzione di attaccare altri Paesi come la Polonia, ma precisando che gli aerei da guerra F-16 che venissero utilizzati dall’Ucraina contro la Russia sarebbero abbattuti anche se si trovassero in aeroporti dell’Alleanza atlantica.

Come fare quindi per affrontare l’escalation in corso? Secondo Tusk, da un lato, è nel nostro interesse “considerare la guerra in Ucraina in una prospettiva di lungo termine. Questo comporterà responsabilità sempre nuove per i Paesi europei”. E poi i Paesi europei dovrebbero fare lo sforzo comune di spendere almeno il 2 per cento del proprio Pil per la difesa: “Non c’è motivo per cui gli europei non debbano rispettare un principio fondamentale e spendere almeno il 2 per cento del Pil per la difesa. Il punto di partenza è questo. Possiamo discutere di Eurobond per la difesa e di un maggiore coinvolgimento della Banca europea per gli investimenti (Bei). Ma dobbiamo spendere il più possibile per acquistare attrezzature e munizioni per l’Ucraina”, altrimenti “perderà”, conclude il premier polacco. 

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