Trieste, avvistato squalo elefante di otto metri. Il video

Nei giorni scorsi è stato avvistato un enorme squalo elefante nel golfo di Trieste. L’esemplare di otto metri è stato filmato nelle acque al largo tra Santa Croce e Marina di Aurisina. L’ultimo avvistamento risaliva al 2015.

Bentornato cetorino!”, sono state le parole dell’Area Marina Protetta di Miramare, che ha annunciato l’avvistamento su Instagram. L’Amp ha parlato di una “una splendida notizia, che dà segni di speranza per specie che sono sempre più minacciate in tutto il Mediterraneo”. Tant’è, la conservazione dello squalo elefante è considerata a rischio. L’Area Marina ha poi voluto tranquillizzare: “La sua presenza non deve destare preoccupazione. Sebbene le sue dimensioni possano fare impressione, il cetorino si nutre esclusivamente di plancton e in minima parte di piccoli pesci”. 

Il direttore dell’Area Marina Protetta, Maurizio Spoto, ha spiegato che gli squali elefante “migrano nelle nostre acque provenienti dal Sud Adriatico, risalendo le correnti in cerca di plancton”. Spoto ha poi aggiunto: “Le migrazioni di questi straordinari animali e, in generale, il loro comportamento sono tuttora poco conosciuti. In inverno scompaiono nelle acque più profonde. Considerando che si spostano dove trovano plancton, la presenza di questo squalo fa ben sperare per quanto riguarda lo stato di salute delle nostre acque, dove evidentemente in questo periodo c’è una presenza di nutrienti adeguata”.

Lo squalo elefante, ‘Cetorhinus maximus’, è il secondo pesce più grande al mondo, dopo lo squalo balena. Di solito raggiunge i 9 metri di lunghezza, ma sono stati avvistati anche esemplari di 12 metri. Mastodontico, lo squalo elefante è anche innocuo, in quanto si ciba di plancton, che cattura con la sua enorme bocca. Dispone di branchie che possono filtrare oltre 1800 tonnellate di acqua all’ora. Resta un animale alquanto misterioso: solitario ed elusivo, è stato inserito nella ‘Lista rossa’ delle specie a rischio estinzione dell’Iucn. È una specie a rischio in relazione a una lunga gestazione, più di quella di qualsiasi altro pesce o mammifero, e alla pesca intensiva, oltre che a quella accidentale: la pesca dello squalo elefante è vietata, ma viene praticata di frodo per ricavare l’olio che si può estrarre dal suo fegato.

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