Il Giappone dirà addio alla caccia alle balene?

Per decenni la caccia alle balene ha costituito uno dei biglietti da visita meno gratificanti per il Giappone: le immagini delle baleniere giapponesi che lottano contro i motoscafi di associazioni di attivisti come Greenpeace nei freddi mari dell’Antartide hanno solcato a lungo gli schermi televisivi suscitando indignazione.

Nel 2019, Tokyo ha formalmente abbandonato la Convenzione internazionale della pesca alle balene, perdendo la possibilità di continuare a cacciarle con la giustificazione dellaricerca scientifica”, dovendo limitare quest’attività solamente alle acque della propria Zona economica esclusiva. 

Dove non sono arrivate proteste e pressioni diplomatiche, potrebbero arrivare la legge della domanda e dell’offerta.

La carne di balena è sempre meno consumata da cittadini e cittadine giapponesi. Dati relativi al consumo pro-capite di carne di balena del 2019 stimano un consumo medio di 30 grammi, equivalenti circa a due fette di prosciutto.

Nonostante sia difficile dire nello specifico quali siano le cause, è probabile che le immagini violente di balene agonizzanti abbiano avuto un impatto sui più giovani. Tra i fattori potrebbe esserci anche una nuova sensibilità alle tematiche green, dato che più studi hanno confermato i gravi danni per l’ambiente legati alla diminuzione nella popolazione di cetacei. 

Tra politica, economia, cultura e sostenibilità: perché la caccia alle balene in Giappone è diminuita? Potrà mai cessare? Continua a leggere su Lo Spiegone.

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