Ora solare, i pro e i contro: è ora di abolirla?

‘Ora solare? No, grazie’. Sembra incredibile, ma quest’anno quasi 300mila persone hanno detto ‘no’ al cambio dell’ora, firmando una petizione, lanciata dalla Società italiana di medicina ambientale, insieme all’associazione Consumerismo No Profit, sulla piattaforma Change.org, per chiedere il prolungamento dell’ora legale di almeno trenta giorni. Rinfocolando, per la verità, un dibattito che da anni si presenta ricorsivamente.

“Le ricadute positive sono quattro e lo dimostrano le sperimentazioni effettuate in alcuni Paesi” spiega il presidente di Sima, Alessandro Miani, motivando il ‘no’ all’ora solare. “Il primo vantaggio è economico” analizza Miani, citando i dati della Confederazione Nazionale Piccole e Medie Imprese, perché “si potrebbero risparmiare 2 miliardi e 700 milioni di euro in un anno”. Stando alle rilevazioni di Terna, infatti, con un solo mese di proroga dell’ora legale è possibile risparmiare 70 milioni di euro, ovvero 500 milioni in un anno, grazie all’ora in più di sole nel pomeriggio. Contestualmente al beneficio economico, diminuirebbero anche le emissioni di anidride carbonica legate alla produzione di energia, oltre 200mila tonnellate in meno nell’aria.

“Il terzo aspetto riguarda la salute umana” prosegue poi Miani, poiché “il fatto di avere un’ora in più di luce solare consente anche di trascorrere più tempo all’aperto, per fare sport o anche solo per una passeggiata”. Infine, “come dimostrato dalla sperimentazione condotta negli Stati Uniti nel 2007” ricorda Miani, l’ora legale, nomen omen, “riduce la criminalità e aumenta la sicurezza sociale”, tanto che negli States “si era registrato un calo del 7% di furti e rapine e del 37% tutti gli altri reati, perché il buio è correlato alla criminalità”.

Già in passato, nel nostro Paese, si era deciso un prolungamento dell’ora legale, durante la Prima e la Seconda guerra mondiale, ma anche dal ’66 fino ai primi anni Settanta, sempre per contenere i costi energetici. Una possibilità pertanto concreta. Specie se la crisi energetica che stiamo vivendo dovesse proseguire.

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