Speranze dalla ricerca contro il cancro

C’è un nuovo tassello nella conoscenza di come il sistema immunitario combatte il cancro, e soprattutto come possa essere aiutato a farlo: il gruppo della dottoressa Luigia Pace, direttrice del laboratorio Armenise- Harvard di immunoregolazione dell’Irccs Candiolo ha pubblicato uno studio su Science Translational Medicine sull’azione di un “vaccino” che usa un adenovirus che invece di produrre anticorpi contro un virus produce antigeni specifici di un certo tipo di tumore.

Promettenti, che nella scienza vuol dire ancora da dimostrare su grandi numeri, i risultati della piccola sperimentazione fatta su 12 pazienti con un tumore del colon del tipo MSI in fase metastatica condotto negli USA da Nouscom: cancro che con l’immunoterapia già regrediva nel 40% dei casi.

Da sempre la scommessa dei ricercatori, coi vaccini terapeutici, è stata di poter trattare il cancro come fosse un virus che attacca l’organismo: in una prima fase il sistema immunitario riconosce le cellule mutate e le elimina, ed è un processo che avviene ogni giorno, costantemente in ognuno di noi.

Quando invece per una serie di condizioni create dallo stesso tumore, che “si nasconde” al sistema immunitario questo meccanismo non funziona più si ha il cancro, e le metastasi. Ed il sistema immunitario risulta indifferente o addirittura “alleato” del tumore, con alcune sue parti.

Trattare il tumore come un virus vuol dire mostrare al sistema immunitario quali parti colpire: e questo è il meccanismo su cui si basa l’immunoterapia, un altro è “sbloccare” i freni del sistema immunitario rendendolo di nuovo attivo contro le cellule mutate.

Ovviamente il tumore non se ne sta con le mani in mano, e reagisce cercando di sfuggire o adattandosi: con l’immunoterapia le guarigioni ci sono, ma molto più frequenti sono le cronicizzazioni.

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