Aperta un’indagine sugli smartphone che ci ascoltano

A chi non è mai successo di parlare di cani con il partner e poi trovarsi mille pubblicità di cibo per animali sulle homepage dei social, appena dieci minuti dopo? Bene, non è una strana congiuntura astrale, ma una pratica illegale di marketing utilizzata da diverse app presenti sugli smartphone, che registrano le nostre conversazioni per poi rivendere le informazioni a società commerciali. Lo ha confermato il Garante della privacy, che ha aperto un’indagine sulle cosiddette applicazioni “rubadati” e sul mercato dei dati ottenuti illegalmente.

Secondo l’Autorità per la protezione dei dati personali, i microfoni sempre accesi degli smartphone consentono a diverse app di rubarci informazioni vitali per gli annunci pubblicitari mirati. Un fenomeno, a detta del Garante, sempre più diffuso e pericoloso. Molte applicazioni infatti, tra le autorizzazioni richieste al momento del download, inseriscono anche l’accesso al microfono, una volta dato il proprio consenso queste possono appropriarsi di ogni dato registrato da quel momento in poi.

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5 thoughts on “Aperta un’indagine sugli smartphone che ci ascoltano

  1. Però non funzionano tanto bene..ieri pomeriggio ho detto a mia moglie al telefono: ‘ sono infoiato ..stasera ti apro in due…..’ mi sono arrivate pubblicità di serrature, forbici, mannaie, macheti, ma alla fine è arrivata anche quella giusta, pubblicità delle motoSEGHE…..

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