Quale sarà il destino di Vladimir Putin?

Dopo le quarantotto ore di caos vissute in Russia, tra l’inizio della guerra civile indetta dal capo delle milizie Wagner, Yevgeny Prigozhin, l’avanzata verso Mosca e la ritirata a seguito della mediazione con il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, una domanda ora sorge spontanea: quale sarà il destino del presidente russo Vladimir Putin?

Indubbiamente, il golpe militare di Prigozhin rappresenta un segnale di grande debolezza della leadership di Putin, allorché è sotto gli occhi di tutti che all’interno del Cremlino sono presenti numerose fazioni, con interessi divergenti e velleità di aggregazione di ulteriore potere. Non solo è difficile capire cosa abbia realmente ottenuto il capo della Wagner, al di là della presunta immunità in Bielorussia, ma anche perché, ad esempio, Prighozin si trovava amichevolmente in compagnia del viceministro della Difesa russo, Yunus-Bek Evkurov, e del vicecapo dell’intelligence militare, Vladimir Alekseev, nel centro militare di Rostov durante l’occupazione della Wagner, che a inizio ‘golpe’ aveva preso il possesso dello snodo cruciale della Russia per la propria offensiva in Ucraina.

Putin non sarà più la persona che era fino a ieri” ha detto ieri Mykhailo Podolyak, braccio destro del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “La Federazione russa potrà attraversare una fase di transizione, ma politicamente non esisterà più in questa forma. E Putin, come attore chiave, se ne andrà”. Tuttavia, anche lo stesso Podolyak ha dovuto ammettere che probabilmente l’obiettivo di Prigozhin non era Putin, quanto un cambio ai vertici dell’esercito. Già nei mesi scorsi, infatti, il capo della Wagner aveva preso di mira e insultato i vertici militari russi, in particolare il ministro della Difesa, Sergej Shoigu, e il Capo di stato maggiore, Valerij Gerasimov. Due figure che potrebbero essere sostituite, andando contestualmente verso un rinnovamento dell’esercito.

Nondimeno, Putin ha dovuto riconoscere la minaccia, alla Russia ma anche a sé stesso, con durissimo discorso alla nazione. In cui ha affermato che, contro la milizia Wagner, il Cremlino stava “combattendo per la vita e la sicurezza del nostro popolo”, che “la situazione a Rostov” era “difficile” e che era necessario difendere “lo Stato da ogni tradimento interno”.

Analogamente, leggere il tentato golpe di Prigozhin attraverso la speranza in Occidente di “liberarsi per vie interne di Putin” sarebbe un errore, così come pensare che ciò porterebbe alla consequenziale fine dell’aggressione russa all’Ucraina, come ha spiegato quest’oggi in un editoriale sul ‘Corriere della Sera’ Marco Imarisio, che ricorda come il capo della Wagner sia comunque un ultranazionalista. Tuttavia, secondo Imarisio, Prigozhin ha dimostrato che il potere di Putin è tutt’altro che monolitico, come ha cercato di affermare la propaganda russa negli anni. Non solo. I malumori, presenti da tempo, tra gli oligarchi un tempo vicini al presidente russo potrebbero trovare terreno fertile nella prova di forza di Prigozhin.

Se una rivoluzione è poco probabile, è possibile che Putin sia costretto a fare i conti con un nuovo equilibrio di potere all’ombra del Cremlino. A cui dovrà piegarsi.

2 thoughts on “Quale sarà il destino di Vladimir Putin?

  1. Puntare l’ attenzione sulla destabilizzazione di Putin e del potere che esercita è sbagliato, perché i dati di fatto dimostrano completamente il contrario. La postazione militare occupata dalla Wagner era pressoché indifferente alla presenza della milizia con al vertice Prigozhin, ciò scritto nell’ articolo è fuorviante riguardo la realtà dei fatti attuali e reali. L’ Ucraina è dal ‘95 che ha violato il trattato di Budapest (redatto e concordato il 5 dicembre ‘94) riguardo la costituzione della Repubblica di Crimea che avevano appena sottoscritto e convalidato nel ‘92. Questi son fatti di 30 anni addietro, siam sicuri invece non si tratti degli accordi sulla denuclearizzazione armamentaria del ‘70 (questione ancora più vecchia)?

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