Perché il capo della Wagner ha minacciato il Cremlino?

Ieri il capo della Wagner, il gruppo di mercenari che al soldo del Cremlino combatte in Ucraina, Yevgeny Prigozhin, ha attaccato i vertici dell’esercito russo, rivolgendo parole di fuoco al capo di Stato maggiore delle forze armate, Valery Gerasimov, e al ministro della Difesa, Sergei Shoigu, annunciando che “il 10 maggio, un giorno dopo l’anniversario della vittoria sul nazismo, la Wagner si ritirerà da Bakhmut”, perché “i miei ragazzi non sopporteranno perdite senza munizioni” mentre “voi canaglie ve ne state nei vostri club esclusivi”.

Con tale invettiva, Prigozhin ha indubbiamente rafforzato la propria immagine muscolare e spietata, apparendo in un video in cui tra i corpi senza vita di alcuni soldati inveiva contro i vertici russi, sfidando il Cremlino: “Se voi s*****i non ci date le munizioni, ci mangeremo le vostre budella quando saremo all’inferno”.

Ma dietro l’attacco frontale del leader della Wagner potrebbe esserci di più.

In particolare, secondo l’analista Anna Zafesova, ci sarebbe la volontà di mandare un messaggio politico contro i generali russi. Ma anche la frustrazione per il fatto che, dopo nove mesi, Bakhmut non è caduta. Sulla città il gruppo Wagner ha messo in gioco la propria credibilità agli occhi dell’opinione pubblica russa, ma finora, invece di portare il presidente russo Vladimir Putin al trionfo, sono stati mandati al massacro dai generali russi.

Secondo lo Stato maggiore ucraino, tuttavia, difficilmente la Wagner lascerà Bakhmut. “Queste dichiarazioni significano che non può mantenere la promessa di catturarla entro il 9 maggio e cerca un altro colpevole” spiegano dal Gur, il servizio militare. Un’ipotesi condivisa anche dall’esperto militare e redattore della testata indipendente ‘Meduza’, Dmitry Kuznets, secondo cui “Prigozhin sta probabilmente cercando delle scuse per giustificare la lentezza dei progressi”. Per alcuni blogger russi, invece, “Prigozhin ha piani diversi e vuole mantenere intatta la spina dorsale delle sue unità col pretesto della fame di proiettili per ritirarle prima del contrattacco”.

Tuttavia, le immagini pulp, tra soldati morti e corpi sanguinanti, che facevano da sfondo alle parole di Prigozhin potrebbero anche essere un messaggio all’opinione pubblica russa, come a voler squarciare il velo di propaganda che avvolge in Russia la guerra, mostrando l’inferno in cui si combatte.

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