A Zaporizhzhia c’è il rischio di una nuova Chernobyl?

Uno dei fronti più caldi della guerra in Ucraina, giunta al 170esimo giorno, è indubbiamente quello della centrale nucleare di Zaporizhzhia, da marzo sotto il controllo russo.

L’area è stata recentemente oggetto di bombardamenti e nei giorni scorsi i ministri degli Esteri del G7 hanno chiesto alle truppe del Cremlino di lasciare l’impianto, mentre il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha definitosuicida qualsiasi attacco”. Inoltre, il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, si è offerto di mettere in piedi “una missione di sicurezza, protezione e salvaguardia”.

Molti Paesi, tra cui gli Stati Uniti, chiedono la smilitarizzazione dell’area, mentre, a margine della diplomazia, Mosca e Kiev si rimpallano le responsabilità per i missili caduti nella zona dell’impianto.

Il mondo non dovrebbe dimenticare Chernobyl e ricordare che la centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande d’Europa” ha ammonito di recente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo il governo ucraino, in particolare, un attacco russo ha danneggiato tre rilevatori di monitoraggio delle radiazioni, sostenendo inoltre che i militari russi si stiano facendo scudo con la centrale, usandola come base per i propri bombardamenti.

Ma quali sono i reali rischi di un disastro nucleare?

Secondo il presidente della Società Nucleare Europea, Leon Cizelj, i rischi legati ai bombardamenti sono limitati, dato che i reattori della centrale sono protetti da 10 metri di cemento. Soltanto una raffica di bombardamenti aerei mirati potrebbe violare le pareti.

L’idea di un incidente nucleare fa paura, attira l’attenzione” ha poi spiegato John Erath, del Centro per il Controllo e la Non-Proliferazione delle Armi. “Per la Russia” l’uso della centrale di Zaporizhzhia “è un modo per aumentare le preoccupazioni interne ed evidenziare così l’importanza dell’operazione militare” aggiunge Erath al quotidiano Politico: l’obiettivo di Mosca è quello di scoraggiare un ulteriore supporto dell’Occidente all’Ucraina, utilizzando la centrale nucleare ucraina per intimidire dell’opinione pubblica globale e, nello specifico, quella europea.

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