L’influenza di Mosca in Africa e la guerra in Ucraina

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, iniziata il 24 febbraio, non si è fatta attendere la condanna dell’Unione africana e della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale.

Eppure, il 2 marzo, alla sessione straordinaria dell’Assemblea generale dell’ONU, indetta per votare la mozione di condanna dell’aggressione, l’Africa si è mostrata divisa. Rispetto alle altre aree geografiche, dove la percentuale di adesione alla risoluzione si è attestata generalmente sopra il 90%, in Africa subsahariana è stata del 51%.   

Secondo alcuni studiosi, il conflitto russo-ucraino nel continente sta riproponendo linee di frattura che in molti casi affondano le radici nel periodo della Guerra fredda. Molti dei 24 Paesi che si sono astenuti o non hanno preso parte al voto vantano importanti legami militari, ideologici ed economici con Mosca. È il caso, ad esempio, di Sudafrica, Angola, Mozambico, Mali e Sudan. Così come dell’Eritrea che, schierandosi al fianco di Russia, Bielorussia, Siria e Corea del Nord, è stata l’unico Paese africano ad aver votato contro la mozione.

Dall’altro lato, tra i 25 Stati che hanno appoggiato la risoluzione, alcuni sono annoverati tra le democrazie più stabili del continente, Botswana, Ghana e Capo Verde, mentre altri, come Mauritania e Ruanda, sono importanti alleati dell’Occidente. 

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