Quando sono nati i piercing?

Il fenomeno del piercing, sebbene oggi diffuso in tutte le classi sociali, ha radici profonde che risalgono a millenni fa. Un recente studio pubblicato sulla rivista Antiquity ha rivelato la presenza di piercing datati a 11.000 anni fa, risalenti al Neolitico, dimostrando che questa pratica non è affatto una novità della cultura contemporanea.

I reperti, rinvenuti in tombe del Neolitico nella regione sud-orientale della Turchia a Boncuklu Tarla, mostrano che gli antichi popoli adornavano il proprio corpo con ornamenti di selce, ossidiana, pietra serpentina, calcare e rame nativo. Questi ornamenti, che includevano piercing alle orecchie e ai denti, così come labret sotto il labbro inferiore, non erano semplici accessori, ma simboli di trasformazione e identità.

Secondo gli studiosi Ergül Codas, Emma Baysal e KazIm Özkan, autori dello studio, i piercing del Neolitico segnano un cambiamento significativo nell’immagine dell’ornamento personale. Mentre in passato gli accessori potevano essere rimossi e aggiunti temporaneamente, i piercing trasformavano il corpo in modo permanente, creando un ponte tra il sé esterno e quello intimo.

L’atto di perforare la pelle e penetrare nella carne o nella cartilagine rappresentava una violazione dei confini corporei, richiedendo tempo, dolore e cura. Questi processi non erano solo fisici ma anche mentali, contribuendo alla strutturazione delle identità nelle prime comunità umane sedentarie.

I piercing non erano semplicemente una forma di decorazione, ma indicavano un rituale di passaggio allo status di adulti. La presenza esclusiva di piercing in individui adulti, sia uomini che donne, e non accanto a bambini e adolescenti, suggerisce che questi ornamenti fossero parte di una pratica rituale di significato profondo.

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