Cicchitto: “Berlusconi? Con Putin un rapporto gay di tipo mentale”

L’amicizia tra Silvio Berlusconi e il presidente russo Vladimir Putin “era un rapporto omosessuale di tipo mentale. Reciproca ammirazione. Silvio ammirava in Putin l’uomo forte, Putin vedeva in Silvio l’uomo di successo”.

Lo ha detto ieri, in un’intervista al quotidiano ‘La Repubblica’, l’ex capogruppo di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, che si è lasciato andare condividendo i ricordi di una lunga militanza politica.

“Mi sono iscritto al Partito Socialista a diciott’anni, nel 1959. Poi il leader della corrente socialista della Cgil Ferdinando Santi mi propose di entrare nell’ufficio studi. Molto lavoro sul campo. Nelle fabbriche tessili”, ha ricordato Cicchitto, che, per altro, ha ammesso di aver posseduto per anni tre pistole. “Sparavo al poligono”, ha ricordato.

Tessera 2232 della loggia massonica deviata Propaganda 2, Cicchitto ha definito l’iscrizione alla P2 “la cavolata più grande della mia vita. Avevo da poco litigato con Craxi ed ero sprofondato in una grave depressione. Cominciai a soffrire di manie di persecuzione. Mi feci lusingare dal fatto che loro controllavano il ‘Corriere della Sera’, offrivano buona stampa, protezione. Presi tutto sottogamba. Avevo ricevuto molte lettere anonime. Di minacce. Mi pedinavano. Sapevano chi vedevo, dove andavo, le donne che incontravo. Mi dissero che avrebbero risolto la cosa delle minacce”. Con il venerabile mastro Licio Gelli “ci vedemmo un paio di volte all’Hotel Excelsior. Un tipo opaco. Non era brillante neanche nella malvagità”, ha aggiunto. “Ogni volta che uscivo da lì mi chiedevo: ma perché mi voleva parlare? Ho sempre sospettato che c’erano altri elenchi fatti sparire in Uruguay”.

Infine, Cicchitto ha spiegato che scelse di aderire a Forza Italia “come reazione a Mani Pulite, che aveva annientato il mio partito”, il Partito Socialista. Decise di sostenere Berlusconi “per rivalsa politica. Ci avevano massacrati. E come diceva Pertini: a bandito, bandito e mezzo”.