Torna l’ora legale. E non è una buona notizia

Questa notte torna l’ora legale e dovremo sportare le lancette degli orologi avanti di un’ora.

Non è una buona notizia, dato che dormiremo un’ora in meno. Ma c’è di più. Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale, infatti, il passaggio dall’ora solare a quella legale, e viceversa, ha effetti negativi su salute, energia, bollette, ambiente e sul portafogli degli italiani. Tant’è, numerose sono le petizioni, e ancor più le firme, per rendere permanente l’ora legale tutto l’anno.

Sul fronte energetico, l’adozione dell’ora legale permanente tutto l’anno produrrebbe nel nostro Paese minori consumi di energia per circa 720 milioni di kwh, equivalenti, considerando solo le attuali tariffe della luce sul mercato tutelato, a un risparmio in bolletta di circa 180 milioni di euro annui”, ha spiegato la Società Italiana di Medicina Ambientale. Non solo. “Secondo Terna, dal 2004 al 2022 il nostro Paese ha risparmiato circa 2 miliardi di euro e 10,9 miliardi di kWh di elettricità grazie all’ora legale”, senza contare “un massiccio taglio alle emissioni climalteranti, pari a 200mila tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi”.

Con il passaggio dall’ora solare all’ora legale, inoltre, secondo il presidente di Sima, Alessandro Miani, “si registrano poi problemi del sonno in una consistente fetta di popolazione, con conseguenze negative su concentrazione e umore e, quindi, su rendimento scolastico, efficienza sul lavoro, relazioni personali, ecc.”. Inoltre, “altri studi hanno poi certificato una correlazione tra il passaggio da ora legale a ora solare e l’incremento di incidentalità stradale e sul lavoro, mentre una ricerca condotta in Australia ha perfino riscontrato un aumento dei suicidi nelle prime settimane di cambiamento dell’orario”.

Per tutte queste ragioni, ha concluso Miani, “chiediamo al governo Meloni di impegnarsi per arrivare in Italia all’abbandono definitivo dell’ora solare adottando l’orario legale tutto l’anno. Una possibilità prevista dall’Unione europea, che già nel 2019 ha approvato una Direttiva che pone fine al doppio cambio orario durante l’anno lasciando ampia discrezionalità agli Stati Membri, auspicando un coordinamento tra le varie nazioni per evitare ripercussioni sugli scambi commerciali e i movimenti transfrontalieri”.

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