Gratteri: “Ecco come le mafie usano i social network”

TikTok è la vetrina delle mafie”. A spiegarlo è Nicola Gratteri, procuratore di Napoli da tempo in prima fila nella lotta alle mafie, che nei giorni scorsi, ospite al programma ‘Timeline’ su Rai3, ha messo in luce come le mafie utilizzano oggi i social network. “Si fanno vedere ricchi, firmati, con tanti soldi e diconoNoi siamo il nuovo modello, vuoi diventare come noi?’”, ha detto il magistrato.

“I giovani non strutturati si trovano avviluppati e pensano che quello sia il loro futuro. I social per i mafiosi sono una sfida alle istituzioni, un’esternazione di arroganza”, ha aggiunto. Gratteri ha poi sottolineano che “TikTok e Facebook vengono impiegati per confezionare clip e mandare messaggi emulativi. Cosa che viene fatta, a dire il vero, anche con le canzoni neomelodiche. A volte anche con il rap. Sono messaggi in codice alle altre cosche”.

Nei giorni scorsi, Gratteri aveva parlato dell’importanza dei social anche in un altro intervento, a margine del progetto ‘Sport e cultura per contrastare la povertà educativa e prevenire la criminalità’ al Comune di Napoli. “Le mafie si fanno vedere sui social. Prima su Facebook, ora di più su Tik Tok”, ha spiegato il magistrato. “In particolare, la camorra è stata la prima a usare in modo sistematico i social per comunicare tra di loro, per mandarsi messaggi di morte, per attirare i giovani disperati scappati di casa, per arruolarli, come garzoni, come carne da macello, facendosi vedere nei video ricchi, con macchine di lusso, pieni di soldi, con i vestiti firmati, per dire ‘Noi siamo il modello vincente’”.

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