A Milano arriva il braccialetto per le donne vittime di violenza

Ci saranno problemi per chi aggredisce le donne a Milano. Quindici potenziali vittime diventeranno altrettante cyborg che con un semplice tap sul device potranno allertare gli uomini dell’Arma. Arriva anche a Milano e a Torino, dopo una prima sperimentazione a Napoli, il braccialetto ‘anti violenti’ collegato con la centrale del comando provinciale dei carabinieri. Il braccialetto, più simile a un orologio, sarà fornito alle donne che daranno il loro consenso. La novità, Mobile Angel, è stata presentata oggi in Procura a Milano tra gli altri dal procuratore capo Marcello Viola, l’aggiunto che si occupa dei reati contro le fasce deboli Maria Letizia Mannella, e dal comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Iacopo Mannucci Benincasa.

Attraverso la geolocalizzazione dello strumento al polso le potenziali vittime saranno individuate in tempo reale e potranno anche lanciare l’allarme alla centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Milano. Il progetto è sostenuto da Fondazione Vodafone Italia e Soroptimist International.
Le donne che beneficeranno dei dispositivi saranno individuate d’intesa con l’Autorità Giudiziaria, valutando caso per caso il livello di esposizione al rischio. A gestire le varie situazioni una struttura specifica dell’Arma, la “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, composta da ufficiali di polizia giudiziaria- inseriti nelle articolazioni investigative- che sostengono i reparti sul territorio sino ai minori livelli nello sviluppo delle indagini. I referenti della Rete in forza al nucleo investigativo del comando Provinciale di Milano supportano il personale in servizio alle 10 Compagnie e alle 81 Tenenze e Stazioni carabinieri capillarmente diffuse su tutto il territorio provinciale.

1 thought on “A Milano arriva il braccialetto per le donne vittime di violenza

  1. un bel passo per combattere quest piaga ma c’è bisogno che vengano applicate le pene detentive nei confronti di chi commette questo reato e di questo sono responsabili i giudici che devono proteggere le vittime con sentenze non sessiste

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