Caso Scurati, il governo si oppone a un chiarimento in Vigilanza Rai

Sulla censura allo scrittore Scurati il governo si nasconde. Questa mattina, la Commissione di vigilanza Rai, controllata in maggioranza dal centrodestra, si è opposta alla richiesta di audizione del direttore Approfondimento Rai, Paolo Corsini, e della conduttrice del programma ‘Che sarà’, Serena Bortone, dopo la mancata partecipazione dello scrittore Antonio Scurati al programma di Rai3, nel quale avrebbe dovuto leggere un intervento sul 25 aprile e sulla mancata condanna del fascismo della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

L’organo bicamerale del Parlamento chiamato a formulare gli indirizzi generali per il servizio pubblico si è opposto alla proposta di un chiarimento definitivo sui fatti avanzata ieri dal capogruppo del Partito Democratico, Stefano Graziano, e sostenuta da tutte le opposizioni. La motivazione è quella di voler attendere l’esito dell’indagine interna avviata da Viale Mazzini.

È un grave strappo, una forzatura incomprensibile”, è stato il duro commento del Pd, affidato ad una nota. “Sono metodi già visti. La commissione di Vigilanza Rai viene silenziata a colpi di maggioranza. Cosa ancor più grave è che ciò avvenga alla vigilia della Festa della Liberazione. Il Parlamento deve essere messo nelle condizioni di fare luce su un caso grave di gestione della Rai. Di cosa hanno paura? Non saranno le sempre più insistenti indiscrezioni sui contatti diretti tra Palazzo Chigi e i vertici Rai per la gestione del ‘caso Scurati’ a preoccupare Giorgia Meloni?”. Analoghi i toni del Movimento Cinque Stelle: “Non gli basta fare un uso privato della Rai, si spingono a fare altrettanto con la commissione di Vigilanza utilizzandola a loro uso e consumo. Quando si è trattato di convocare Sigfrido Ranucci per intimidirlo dopo le sue inchieste, lo hanno fatto. Adesso si nascondo”.

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