Usa, come il sostegno all’Ucraina divide i repubblicani

Con l’inasprirsi della guerra tra Russia e Ucraina gli Stati Uniti si trovano ormai da settimane ad affrontare critiche crescenti da parte dei principali leader europei per il ruolo svolto nell’ostacolare gli aiuti a Kyiv, aprendo potenzialmente la strada a guadagni territoriali da parte delle forze russe nei prossimi mesi. L’incapacità del Congresso Usa – dove i repubblicani hanno la maggioranza alla Camera e i democratici al Senato – di estendere rapidamente il sostegno a Volodymyr Zelensky, in particolare per forniture essenziali come i proiettili d’artiglieria, ha lasciato le difese ucraine pericolosamente impoverite. Le truppe di Vladimir Putin hanno sfruttato questo vantaggio, facendo leva sulle loro enormi capacità di artiglieria per indebolire le posizioni del nemico prima di lanciare offensive di terra. Ma sul tavolo c’è anche una partita americana tutta interna.

Il risultato sul campo è una pressione crescente lungo il vasto fronte orientale, con gli esperti che avvertono di un potenziale sfondamento russo già in estate. Ma oltre al rischio di disfatta dell’Ucraina in gioco ci sono dinamiche in cui Donald Trump continua a spingere la maggioranza repubblicana alla Camera per affossare il sostegno economico e militare a Zelensky. Il suo tornaconto personale? Poter usare l’abbandono di Kyiv nella lunga campagna elettorale da qui a novembre, facendo leva sul fatto che un numero sempre più crescente di elettori americani non ha alcun interesse in questa guerra che va avanti dal febbraio 2022.

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