Jollibee, la catena di fast food delle Filippine alla conquista del mondo

Milano, in piazza Armando Diaz, a due passi dal Duomo, la faccia di un’ape rossa con il cappello da chef sorride ai passanti dalla vetrina di un locale. È la mascotte di Jollibee, il fast food più famoso delle Filippine che proprio qui, nel 2018, ha aperto il suo primo negozio in Italia. La catena asiatica, che conta più di 1.400 punti vendita – 1.201 dei quali nelle sole Filippine e 274 tra AsiaEuropaStati Uniti e Regno Unito – dal 2020 è presente anche a Roma. E promette di non fermarsi, visto che l’azienda intende aprire 700-750 nuovi store, per lo più tra Usa e Cina, entro la fine del 2024 come parte di un piano di espansione internazionale. Jollibee, che nei manifesti promozionali esposti a Manila ama definirsi come «la più grande catena di fast food di origine asiatica del mondo», è un colosso che nel 2023 ha registrato un fatturato di 4,44 miliardi di dollari, in crescita del 15,2 per cento su base annua, nonché un utile operativo record di 261,82 milioni di dollari, in aumento del 45 per cento sempre rispetto all’anno precedente.

Tutto è iniziato nel 1978, grazie all’ingegno di Tony Tan Caktiong, fondatore e attuale presidente del gruppo. Tony – chiamato dal suo staff Sir Tony, in segno di rispetto – era il terzo di sette figli di un’umile famiglia trasferitasi nelle Filippine dalla provincia cinese del Fujian. Ai tempi della presidenza di ferro di Ferdinand Marcos, il giovane Tony riuscì a studiare e a laurearsi in ingegneria chimica, ma pare che rimase folgorato dopo aver visitato una fabbrica di gelati. Decise così di investire i suoi risparmi aprendo due punti vendita della gelateria Magnolia Dairy Ice Cream. Quando i clienti iniziarono a chiedere cibo caldo, Tony cominciò a servire anche hamburger e panini, che presto divennero i prodotti più richiesti.

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