Covid, dovremo tornare a indossare la mascherina?
Il 5 maggio scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato conclusa la pandemia da Covid-19. Tuttavia, c’è grande preoccupazione per l’aumento dei contagi, anche in Italia, registrato nell’ultima settimana dopo gli incrementi di quella precedente e di quella prima ancora. E con la campagna vaccinale in autunno alle porte in molti si chiedono: potremmo dover tornare a usare le mascherine?
La mascherina è uno strumento fondamentale per contrastare la trasmissione delle infezioni. Con l’aumento dei contagi da Covid, in alcuni Paesi l’uso della mascherina è tornato obbligatorio quantomeno per il ricovero ospedaliero. È il caso degli ospedali di Lisbona, mentre in Francia si raccomanda di rimanere in casa in caso di contagio e si è riacceso il dibattito sulla necessità dell’utilizzo dei dispositivi di protezione a scuola.
Attualmente, nel nostro Paese in caso di positività non sussiste l’obbligo di isolamento, che però è “consigliato”, così come “indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie”, come mascherina chirurgica o Fff2, in caso di positività “se si entra in contatto con altre persone. Se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi”. Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da ‘Il Messaggero’, il Ministero della Salute sta preparando una circolare per fornire nuove regole per gestire, circoscrivere e isolare i contagi in alcune aree particolari, come ad esempio gli ospedali. Inoltre, una nuova circolare della direzione Prevenzione del Ministero della Salute disciplinerà l’esecuzione dei tamponi all’arrivo in ospedale e in pronto soccorso. Il primo obiettivo è quello di proteggere le persone fragili ricoverate.
A oggi, in Lombardia è operativa una circolare che impone l’uso della mascherina negli ospedali e nelle Rsa. Nella Regione è poi richiesto un tampone in pronto soccorso per le persone che si presentano con problemi respiratori e tosse, oltre che agli asintomatici che devono essere ricoverati in reparti in cui sono presenti pazienti immunodepressi o in ostetricia.