25 aprile e sport, gli atleti che hanno fatto la storia da partigiani

Impegnati nello sport, con eccellenti risultati, ma passati alla storia come partigiani. Dal calcio alla bicicletta fino alla palla ovale del rugby, sono tanti i nomi della Resistenza italiana che dall’attività sportiva hanno imbracciato alle armi o hanno fornito un supporto diretto alle azioni partigiane. E c’è anche l’ipotesi che proprio un ex atleta abbia potuto uccidere Benito Mussolini, sebbene la verità ufficiale racconti altro.

Raffaele, per tutti Raf, Vallone è uno dei nomi più ricordati per il passaggio da un campo alle armi. Quando abbracciò la causa partigiana aveva già appeso le scarpette da calcio al chiodo e avviato la sua carriera giornalistica. Dagli inizi degli Anni 30 fino al 1941 aveva però indossato la maglia del Torino con cui vinse, nel 1936, la Coppa Italia. Con l’armistizio siglato, è entrato nella Resistenza. Come racconta l’Anpi sul sito ufficiale, “incarcerato a Como, Vallone è destinato alla deportazione in Germania, ma durante il trasferimento riesce a fuggire, buttandosi vestito nelle gelide acque del lago e sfuggendo alle raffiche delle Ss“. Successivamente tornò a Torino, dove continuò a lavorare come giornalista: insieme al partigiano Davide Lajolo “Ulisse” fecero uscire, nel capoluogo piemontese, l’edizione straordinaria de l’Unità con l’annuncio della vittoria sul nazifascismo. Vallone, dopo la fine della guerra, ha intrapreso – con successo – la carriera di attore, grazie soprattutto al grande esordio in Riso amaro, capolavoro neorealista di Giuseppe De Santis.

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