È ancora bufera sulla ‘Venere influencer’

Non si placano le polemiche sulla ‘Venere influencer del Ministero del Turismo guidato da Daniela Santanchè, divenuta ben presto la ‘Venere della discordia’ tra polemiche e gaffe, dal fatto che siano stati spesi 9 milioni di euro di soldi pubblici per la sua realizzazione al fatto che non è stato registrato il dominio del nome della campagna social ‘Open to Meraviglia’, senza contare che alcune delle immagini del video che dovrebbe promuovere l’Italia sono girate in Slovenia.

Ma non è tutto. Chiamata a mostrare ai turisti le bellezze dell’Italia, dalle città d’arte alle spiagge, dai monti alla cultura e al relax, sulla ‘Venere influencer’ si è scatenata una nuova bufera perché, a sorpresa, suggerisce ai visitatori con una sorta di ‘promozione’ sei strutture alberghiere di lusso. Sorprende, e indigna, perché di fatto si tratta di una pubblicità di Stato, pagata con i soldi dei contribuenti, a sei strutture lussuose, e non ad altre. Per altro, si tratta di sei hotel dai prezzi proibitivi, destinati a turisti milionari. Nello specifico, sei posti decisamente esclusivi, dato che pagando un sovrapprezzo è possibile portare i propri animali domestici, mentre non sono ammessi i bambini. ‘Alla faccia della denatalità’, ironizza qualcuno.

Il resort più esclusivo tra quelli indicati dalla ‘Venere influencer’ è una struttura di Taormina della catena Four Seasons. Il miglior prezzo per una camera matrimoniale è di 3.403 euro a notte, mentre per le suite si parte dai 4.361 euro della ‘junior’ fino ai 7.561 euro a notte della ‘Principessa Cecilie’.

1 thought on “È ancora bufera sulla ‘Venere influencer’

Lascia un commento