Nuove carte sui bilanci Juve, da Dybala a Mandragora

Nuove carte arricchiscono l’inchiesta della Guardia di Finanza di Torino sulle plusvalenze della Juventus.

Dopo il deposito degli interrogatori dell’ex fantasista bianconero, Paulo Dybala, e del suo avvocato, Luca Ferrari, i pm hanno acquisito anche la cosiddetta ‘carta Dybala’, che potrebbe costituire la prova che i pagamenti al giocatore da parte della società erano stati dilazionati e non annullati. Una riduzione fittizia degli stipendi è illegale, in quanto la Juventus è quotata in Borsa.

Durante l’interrogatorio, infatti, il giocatore argentino ora in forza alla Roma avrebbe detto che ad aprile 2023 la Juventus ha l’ultima tranche da pagare, dopodiché il suo legale scriverà al club di Torino per avere i 3,8 milioni di euro che la società ancora gli deve. Inoltre, l’avvocato del giocatore avrebbe consegnato agli investigatori una chat tra lui e Dybala, nel quale si parla della consegna da parte del manager bianconero Maurizio Lombardo di una carta con la rinuncia allo stipendio e con la reintegrazione, La ‘carta Dybala’, appunto.

Non solo. Il legale di Dybala ha minacciato una richiesta di risarcimento nei confronti della Juventus, per il mancato rinnovo di contratto dopo le promesse, scritte, della dirigenza, che sarebbe costato al giocatore un danno da 54 milioni di euro. Tuttavia, anche Paulo Dybala rischia sanzioni, poiché l’aver firmato una scrittura privata non condivisa con la Figc può comportare una squalifica.  

Infine, si apre anche un altro filone, riguardante il sistema di recompra dei giocatori venduti. In alcuni casi, dopo aver venduto i calciatori per realizzare delle plusvalenze nei documenti ufficiali, la Juventus si sarebbe accordata con le stesse società con cui ha concordato gli acquisti per ricomprare i giocatori a un prezzo fissato, senza però comunicare l’opzione di recompra nei documenti ufficiali, in modo da far figurare guadagni artefatti. Il caso principale è quello riguardante il centrocampista Rolando Mandragora, ceduto all’Udinese per 20 milioni, con accordo di riacquisto a 26 milioni, che secondo la Procura, dopo i contatti con i revisori di Ernst & Young che hanno segnalato l’incongruenza, “sarebbero stati occultati nei confronti della società di revisione”.

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