Al Centro-Nord è già emergenza siccità

Dopo un 2022 da incubo, con temperature da record e una siccità che ha provocato miliardi di danni, a nemmeno due mesi dall’inizio del 2023 è già emergenza.

In particolare, a preoccupare è la mancanza di piogge, dopo che lo scorso anno la siccità aveva messo in ginocchio soprattutto il Centro-Nord e la Pianura Padana. La carenza di precipitazioni, che ha fatto anche scattare l’allarme per lo smog, mette a rischio i terreni per la preparazione delle semine.

Secondo Coldiretti, il Po è secco come fosse Ferragosto, tanto che il Ponte della Becca, a Pavia, è -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico. Addirittura, la sofferenza del fiume è visibile dallo spazio, come documentato dalle immagini scattate dall’Agenzia spaziale europea. In grande sofferenza anche i grandi laghi settentrionali, con percentuali di riempimento che vanno dal 39% nel Garda e nel Maggiore al 21% di quello di Como.

“Se le cose non dovessero cambiare nei prossimi mesi” avverte Coldiretti, “la situazione rischia di essere peggiore di quella dello scorso anno, quando si è registrata una perdita di almeno 6 miliardi di euro nei raccolti”. Tant’è, secondo le previsioni dell’associazione, quest’anno verranno coltivati quasi 8mila ettari di riso in meno, per un totale di 211mila ettari utilizzati, il dato più basso degli ultimi trent’anni. “Senza precipitazioni la crisi idrica nel 2023 sarà durissima” avverte anche Legambiente: “Quest’anno nuovo è cominciato con i grandi laghi prealpini semivuoti, una pessima premessa per l’annata agraria che verrà”.

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