Crisi climatica, Belmondo: “In montagna situazione drammatica”

Per capire come sta cambiando tutto basta uscire la mattina. Oggi nel giardino davanti a casa mia ci sono le violette, un tempo in questo periodo c’era un metro di neve”.

Inizia così una lunga intervista di Cristiana Raffa, pubblicata ieri sul sito RaiNews, a Stefania Belmondo, ex fondista tra le più titolate della storia della disciplina, nonché l’italiana più vincente con 23 successi in Coppa del Mondo; terza atleta azzurra per medaglie vinte alle Olimpiadi, dieci, alle sole spalle del leggendario schermidore Edoardo Mangiarotti e della pattinatrice Arianna Fontana.

La mia prima preoccupazione è l’acqua. È il problema numero uno: senza neve manca l’acqua per tutto l’anno in montagna” spiega Belmondo, che vive in Valle Stura, nel Cuneese, parlando della crisi climatica che aggredisce le nostre montagne. “Tantissima gente nelle comunità alpine vive grazie all’indotto che crea la montagna in inverno” prosegue l’ex azzurra, ricordando che già “il Covid aveva messo a terra gli esercenti, i gestori degli impianti”, mentre “ora sono aumentati anche tutti i costi della vita”.

Notavo le differenze già nel 2001-2002 rispetto a quando sciavo negli anni Novanta” aggiunge Belmondo: “Sullo Stelvio c’erano già zone del ghiacciaio tutte nere che dieci anni prima non avevo mai visto. E oggi mio figlio, che scia e va lui ad allenarsi lì, mi mostra le foto di come è ora, le condizioni quest’anno erano drammatiche. Poco ghiaccio, tanti crepacci aperti”.

Se la quota di neve si riduce sempre di più sarà necessario ripensare anche gli sport invernali” prospetta quindi l’ex fondista: “Già ora vedo tante persone andare in bicicletta anche nei mesi invernali, anni fa non se ne vedevano di bici in montagna d’inverno. Come faranno adesso gli esercenti e i gestori degli impianti a garantirsi i cento giorni minimi di apertura? Una volta si sciava fino a Pasqua” prosegue Belmondo, secondo cui “certamente le piste devono e dovranno salire sempre più di quota. Un tempo si sciava bene anche a 800 metri, oggi difficilmente si trovano piste così basse. In futuro troveremo circuiti sempre più elevati”.

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