Arresti per immigrazione clandestina: l’ombra dell’Isis

C’è l’ombra della Jihad e del terrorismo nella vasta operazione “Wet shoes” (scarpe bagnate) della Polizia di Stato: tre gli arresti per immigrazione clandestina, con quarantaquattro perquisizioni in tutta Italia. Tra i destinatari delle misure cautelari, le forze dell’ordine avrebbero identificato “movimentazioni finanziarie sospette, che potrebbero essere connesse a fenomeni terroristici”.

Il blitz, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, nei confronti di esponenti di una organizzazione criminale dedita al “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con una proiezione transnazionale”.

L’indagine costituisce uno sviluppo investigativo dell’attività condotta dalla Digos della Questura di Roma, coordinata dalla Procura Capitolina, all’indomani del tragico attentato terroristico del 19 dicembre del 2016 a Berlino dal terrorista tunisino Anis Amri: l’attentatore, infatti, scrive la Polizia, trascorse un periodo di soggiorno tra Roma e Latina, immediatamente prima del suo trasferimento in Germania, elementi che attesterebbero “profili di contiguità con l’organizzazione terroristica denominata ‘Isis'”.

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