Contrordine, Umberto Bossi ce l’ha fatta

Contrordine, compagni leghisti: Umberto Bossi politicamente non muore mai, e alla fine è riuscito a essere eletto al Senato. Eppure sembrava il contrario: fuori dal parlamento dopo 35 anni, prima volta dal 1987; del resto il nome del fondatore del Carroccio non compariva il 28 settembre nell’elenco del Viminale. Mentre ora la situazione si è ribaltata, con il seggio del Senatùr che risulta scattato nel collegio plurinominale di Lombardia 2 (Varese). E anche il sito del ministero dell’Interno lo conferma. Il risultato dovrebbe essere frutto dell’effetto “flipper” del Rosatellum, lo strano meccanismo della legge elettorale che sposta gli eletti da una forza politica all’altra se l’attribuzione di seggi a livello locale a una lista eccede la quota prevista a livello nazionale.

Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, già prima dell’ufficialità aveva fatto intendere che c’era aria di sorpresa: «Il ministero dell’Interno nell’attribuzione provvisoria dei seggi dei collegi plurinominali ha preso un granchio clamoroso. Non lo dico per contestarli, ma solo perché in autotutela, fino a quando il dato non diviene definitivo, possano ancora correggerlo. In base alla corretta applicazione della legge, se questo errore venisse corretto, allora Umberto Bossi tornerebbe in parlamento. E comunque questa mia osservazione viene confermata tra l’altro dal verbale di domenica 4 marzo 2018 delle operazioni dell’ufficio elettorale nazionale della Cassazione, basta andare a vederlo».

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