Le tre condizioni di Draghi per farsi garante di Meloni in Europa

Dopo aver vinto le elezioni, Giorgia Meloni deve accreditarsi in Europa. Una missione non semplice visti i toni e gli slogan usati in campagna elettorale: dall’appoggio a Viktor Orban alla sfida lanciata all’asse franco-tedesco.

“A Bruxelles è finita la pacchia”, aveva minacciato poco prima del voto la leader di FdI, aggiungendo: “Ho buoni rapporti con Orbán, credo che ci sia bisogno di un riequilibrio rispetto all’asse franco-tedesco”. Per riuscirci, come scrive Repubblica, Meloni si è affidata a Mario Draghi. Secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, il premier in carica ha contattato il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen garantendo per la leader di estrema destra e, fino a ieri, dell’opposizione.

Draghi ha però posto tre condizioni che Meloni ha accettato: mantenere l’impegno anche militare per l’Ucraina e non sfilacciare il fronte delle sanzioni contro Mosca, restare saldamente nell’orbita Nato, e non approvare scostamenti di bilancio. Tre punti che la leader di Fratelli d’Italia aveva già sostenuto durante la campagna elettorale, discostandosi anche da Matteo Salvini e nonostante le uscite infelici di Silvio Berlusconi in difesa di Putin. Un impegno quello di Draghi, come ribadisce Repubblica, preso per difendere l’interesse nazionale passando sopra ai toni antieuropeisti della leader di FdI e nonostante il voto di Fdi all’Europarlamento a favore di Orban.

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