Arriva il primo ok allo Ius scholae. Di cosa si tratta?

Un primo passo avanti per la riforma sulla cittadinanza: il 10 marzo è stato approvato il testo base in commissione Affari costituzionali alla Camera, per la proposta di legge che garantirebbe la cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia, o arrivati entro i 12 anni, e che abbiano frequentato le scuole italiane per un minimo di 5 anni.

Attualmente questo vuoto normativo riguarda una fetta importante della popolazione: sono 877 mila i bambini e i ragazzi che oggi frequentano le scuole italiane, ma che per lo Stato non sono ancora riconosciuti come cittadini. Ciò comporta vere e proprie esclusioni burocratiche dalla socialità e dai servizi, come l’accesso alle squadre sportive, ai concorsi pubblici e alle gite scolastiche in Paesi extraeuropei.

Il testo base, ora, dovrà passare alla fase degli eventuali emendamenti, e poi del voto di Camera e Senato. Attualmente, se un bambino nasce in Italia da genitori stranieri, può chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni e in una ristretta finestra di tempo di un anno. L’approvazione di questa legge, quindi, porterebbe un cambiamento importante, rendendo uguali i diritti di tutti i bambini italiani.

9 thoughts on “Arriva il primo ok allo Ius scholae. Di cosa si tratta?

    1. Ma di quale voti parli, i bambini nn votano e a 18 anni hanno la cittadinanza ugualmente….
      si tratta di dare dei diritti a bambini che sono nati in Italia e che hanno frequentato almeno 5 anni di scuola italiana.
      Vorrei che facessero x tanti italiani dei tamponi al cuore x vedere la positività di tanta cattiveria ed egoismo.

  1. Il problema è alla fonte questi sono solo discorsi ideologici che servono solo a far propaganda sterile e fine a se stessa…il problema è l’immigrazione folle e sconsiderata,i porti aperti e il business collegato…
    Risolviamo questo poi diamo la cittadinanza a tutti gli immigrati che dimostrano di meritarla no a cani e porci altrimenti tra 10/20 anni ci ritroveremo messi molto ma molto male…

    1. Ciao Andrea, la legge tutela i figli di immigrati in regola all’interno del nostro Paese. Stai parlando di una cosa totalmente diversa. Ti ricordiamo, inoltre, che al di là delle opinioni si sta parlando di diritti civili delle persone e definire “cani e porci” i destinatari di tali diritti è discutibile.

    2. “Cani e porci” è un modo di dire accettato,tollerato e parte della lingua italiana…
      Secondo la treccani è analogo ad una citazione biblica:

      Oves et boves locuz. lat. (propr. «pecore e buoi»):

      Espressione di origine non classica, con cui si vuole indicare, in tono tra scherz. e polemico, un aggruppamento eterogeneo di persone, per lo più prive di meriti e di qualità distintive (con senso analogo alla più pop. espressione cani e porci): è un concorso poco serio, che metterà in cattedra oves et boves.
      Lo si può trovare anche nei dizionari internazionali con analoga traduzione:

      cani e porci (tutti indistintamente) (everyone indiscriminately) any Tom, Dick and Harry expr
      Questa scuola ormai accetta cani e porci, senza fare un minimo di selezione.
      This school now accepts any Tom, Dick and Harry, without the least selection process.
      La lingua italiana è piena di espressioni e metafore che riguardano animali…analizzare un’espressione fermandosi sul significato letterale delle singole parole che la compongono…questo è discutibile e porterà ad un impoverimento della nostra lingua preda del politicamente corretto…
      Tutto quello che ho scritto può essere criticato perché si tratta di un mio pensiero ma “cani e porci” no…è una parte della nostra lingua la più bella,ricca e completa del mondo e non dobbiamo avere paura di usarla…

  2. Fatta la legge fatto l’inganno. Sorgeranno come funghi scuole accreditate e gestite da Onlus che dispenseranno diplomi come caramelle e di qui a qualche anno ci troveremo con qualche milione di italiani analfabeti a carico della comunità . Ma tanto basta che votino PD il resto non conta…

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