L’Afghanistan a cento giorni dalla presa dei talebani

In settimana il regime talebano in Afghanistan ha compiuto i primi cento giorni e il bilancio, se possibile, è persino peggiore del previsto. Tanto che il Rappresentate permanente a Kabul del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite Abdullah Al Dardari ha definito quella in Afghanistan “la peggiore crisi umanitaria mai vista”.

18 milioni di persone nel Paese soffrono per mancanza di cibo e alimenti di prima necessità, l’economia è sull’orlo del collasso e il 97% dei 38 milioni di abitanti dell’Afghanistan si trova a rischio povertà.

Più di qualunque dato, a dare una fotografia della disastrosa situazione nel Paese sono i racconti dei bambini venduti in cambio di pecore, terra e contanti, mentre una ricerca dell’Unicef ammonisce rispetto al crescente fenomeno delle spose-bambine e del lavoro minorile. Una situazione resa ancor più complessa dalle molte divisioni interne ai talebani, sempre meno in grado di controllare l’aumento della criminalità nel Paese e di far fronte alla minaccia del terrorismo.

“Non abbiamo mai visto una crisi economica e una crisi umanitaria di tale magnitudo” ha spiegato Al Dardari, che ha aggiunto che le Nazioni Unite sono al lavoro per “interventi nel breve periodo, guardando al medio e lungo periodo” per cercare di porre rimedio a una situazione sempre più insostenibile.

2 thoughts on “L’Afghanistan a cento giorni dalla presa dei talebani

  1. La popolazione non è evidentemente ancora allo stremo. Quando toccheranno il fondo dell’abisso, forse, ricorderanno che 20 anni di missioni internazionali un’alternativa l’avevano almeno proposta.
    Quanto dovranno ancora soffrire per prenderli a calci nel didietro ?

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