Israele non ha provato che l’Unrwa sia collusa con Hamas

L’Unrwa ha “problemi persistenti di neutralità politica», ma Israele«non ha ancora fornito prove a sostegno dell’accusa” rivolta contro di essa, di far parte di organizzazioni terroristiche. È quanto emerge dall’analisi indipendente commissionata dall’Onu e guidata dall’ex ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, resa pubblica lunedì.

Il governo israeliano aveva accusato l’Unwra di avere fra i propri dipendenti e collaboratori migliaia di “terroristi” legati ai gruppi radicali attivi nella Striscia di Gaza, come Hamas e la Jihad islamica. Nella valutazione inviata da tre organismi di ricerca indipendenti (l’Istituto Raoul Wallenberg per i diritti umani e il diritto umanitario con sede in Svezia, l’Istituto norvegese Chr Michelsen e l’Istituto danese per i diritti umani), si afferma che “le autorità israeliane fino a oggi non hanno fornito alcuna prova a sostegno delle loro accuse né hanno risposto alle lettere dell’Unrwa a marzo, e di nuovo ad aprile, in cui si richiedevano i nomi e le prove che avrebbero consentito all’Unrwa di aprire un’indagine“.

Il rapporto Colonna non ha individuato criticità strutturali nell’agenzia umanitaria che opera a Gaza, e l’ha definita “cruciale nel fornire aiuti umanitari essenziali e salvavita, soprattutto nel settore sanitario ed educativo, per i rifugiati palestinesi”. Dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre Israele aveva accusato 12 dipendenti dell’Unwra – che a Gaza conta circa 13 mila lavoratori – di avere partecipato all’operazione. Il rapporto Colonna esclude queste 12 persone dall’analisi in quanto oggetto di un’altra inchiesta interna in corso all’Onu, che li aveva immediatamente sospesi. L’accusa generale di Israele, portata avanti da anni, è che molti dipendenti dell’Unwra sostengono posizioni politiche e antisemite contro lo Stato Ebraico. Il rapporto ha esaminato queste accuse più generali senza trovare riscontri consistenti, se non che “alcuni dipendenti esprimono posizioni politiche e c’è l’uso in alcune scuole di manuali scolastici dal contenuto problematico”.

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