Il parlamento Ue ha approvato la riforma del Patto di stabilità

Dopo lunghe negoziazioni il parlamento europeo ha approvato con un’ampia maggioranza la riforma del Patto di stabilità, che contiene le nuove regole fiscali che tutti gli Stati membri devono rispettare nel redigere i propri bilanci. Dovrà ora essere approvata formalmente dal Consiglio e le nuove regole entreranno in vigore dal 2025. Sarà quindi la Commissione europea che si insedierà dopo le elezioni di giugno ad applicare le nuove norme. Non conoscendo ancora l’impatto della riforma sull’Italia ed essendo così vicino alle elezioni Europee, nessun partito italiano ha votato a favore del testo: si sono quasi tutti astenuti, mentre il M5s ha votato contro.

Per bilanciare le posizioni diverse tra chi chiedeva regole più flessibili(come l’Italia, che ha un alto debito pubblico) e il rigore richiesto dai paesi “frugali” come la Germaniail Patto di stabilità è stato semplificato con regole più lasche a seconda della condizione economica di partenza dei Paesi membri, e controbilanciando questa flessibilità con il rafforzamento delle procedure di infrazione.

Rimangono invariati i parametri di Maastricht relativi al mantenimento del debito pubblico inferiore al 60 per cento del Pil, e il rapporto tra deficit e Pil che non dovrà superare il 3 per cento. Il debito pubblico italiano nel 2023 è stato più del 137 per cento del Pil, anche per questo la riforma permetterà agli Stati con un debito superiore al 90 per cento del Pil di stabilire con l’Ue dei piani di spesa ad hoc quadriennali all’insegna della flessibilità, che potranno essere estesi a sette anni tenendo conto degli sforzi di investimento e riforma compiuti dai governi per attuare il Pnrr. Sempre all’insegna della flessibilità è prevista la possibilità di uno sforamento dello 0,3 per cento rispetto al piano concordato.

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