L’Italia è ultima in Europa per l’occupazione femminile

Mentre Libero nei giorni scorsi ha dedicato una prima pagina alla premier dal titolo “Uomo dell’anno”, affannandosi a ribadire che la questione di genere nel nostro paese non esiste e che Meloni ha “dissolto il tetto di cristallo”, l’Osservatorio della Camera ha rilevato che l’Italia è ultima in Europa per l’occupazione femminile.

Le donne in Italia sono meno pagate rispetto ai colleghi uomini, sono spesso precarie e in settori poco strategici, e sono frequentemente costrette a lasciare il lavoro nei primi tre anni di vita dei figli a causa del carico di lavoro famigliare che pesa quasi completamente sulle madri. Questi tre fattori hanno portato l’Italia a classificarsi come fanalino di coda dell’Ue nel tasso di occupazione femminile.

Il quadro di questa discriminazione di genere emerge da un dossier del Servizio studi della Camera pubblicato a dicembre, che rileva una serie di “profili critici”. A partire dal tasso di occupazione femminile che in Italia “risulta essere, secondo dati relativi al quarto trimestre 2022, quello più basso tra gli Stati dell’Ue, essendo di circa 14 punti percentuali al di sotto della media“. L’Italia ha un tasso di occupazione femminile del 55 per cento, a fronte del 69,3 per cento dell’Ue. La situazione peggiore riguarda il Sud, dove secondo i dati dell’Istat riguardanti il terzo trimestre del 2023, il tasso di occupazione delle donne tra i 15 e i 74 anni è del 30,6 per cento, a fronte del 53,1 per cento al Nord.

livello nazionale, invece, le donne occupate sono circa 9,5 milioni contro i 13 milioni di uomini occupati. Inoltre, una donna su cinque si licenzia entro i primi tre anni dalla nascita di un figlio: un aspetto che, sottolinea il dossier, “riveste una particolare rilevanza in quanto indice della difficoltà per le donne di conciliare esigenze di vita con l’attività lavorativa”, a causa sia di resistenze culturali sia di una mancanza di servizi di sostegno adeguati per i neogenitori, come la disponibilità di asili nido. 

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