Italia chiama, Albania risponde. Cosa c’è dietro l’accordo

Una cosa è certa: quando l’Italia ha bisogno di un’ancora di salvezza, l’Albania risponde. L’accordo sui migranti siglato da Giorgia Meloni e Edi Rama è lì a dimostrarlo, almeno in fotografia.

A guadagnarci sarà sicuramente Tirana, che ospiterà due centri, uno nel porto di Shengjin e uno a Gjader. Per il primo anno, Roma verserà 16,5 milioni di euro “quale anticipo forfettario dei rimborsi dovuti”, oltre a un fondo di garanzia, da circa 100 milioni di euro, congelati su un apposito conto bancario. Del resto, Rama aveva definito Melonisorella d’Albania”, puntando alla sua sponsorizzazione per l’ingresso tanto agognato nell’Unione europea. Come andrà a finire non si sa.

Intanto, Meloni guardando verso l’Adriatico cerca di far dimenticare il flop di fatto dell’accordo tunisino e, in generale, le promesse mancate dal suo governo, quello che avrebbe dovuto fermare gli sbarchi e invece si è trovato a dover gestire flussi sempre più consistenti.

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3 thoughts on “Italia chiama, Albania risponde. Cosa c’è dietro l’accordo

  1. 16,5 milioni come anticipo forfettario??? E 100 milioni disponibili sul conto??? Anticipo di cosa se è tutto a spese dell’Italia? Non avevano dichiarato che l’Albania non avrebbe avuto ritorni economici? Questo accordo è sempre meno chiaro, già la Tunisia si è presa soldi e mezzi italiani e ci ha presi pure per i fondelli. La propaganda ovviamente esalterà l’accordo ma i reali benefici li vedremo a soldi spesi, per ora già ballano 116 milioni di €!!!!

    1. Se serve a bloccare l’invasione si dovrebbe applaudire ma la sinistra non ci sta perderebbe tutto il business legato ai migranti, cooperative , centri di accoglienza e vari soumahoro

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